31 ottobre 2006

Il ritorno a casa

Per la prima volta da che mi ha lasciato sono tornato in quella che è stata la nostra casa... l'ho trovata emotivamente gelida e silenziosa. E nel silenzio l'eco della sua voce.
I cani non sono corsi a farmi festa.
Mi manca lei, il suo affetto, la sua anima.
Questa notte dormirò abbracciato al suo cuscino.

28 ottobre 2006

Mi hai lasciato...

Nell’illusione che il trovare una spiegazione a quello che mi è successo possa in qualche modo lenire il dolore che mi sta consumando, ho cercato quello che la scienza dice in proposito al rapporto di coppia. Ed ho trovato uno scritto assolutamente illuminante di Laura Bonanni reperibile in Internet alla pagina http://www.psicoterapie.org/169.htm . Il rapporto di coppia non è statico nel tempo ma si sviluppa e cresce attraverso delle fasi precise, con un ordine preciso e costante. Riporto di seguito un estratto dal suddetto scritto e successivamente sottolineerò in quali di queste fasi il mio rapporto con C. non si è svolto fisiologicamente.

Nel parlarvi delle fasi evolutive del rapporto di coppia, farò riferimento ad uno specifico modello psicologico, quello formulato da due autori americani: Bander e Pearson. Tale modello è comunque parallelo ad un altro, quello evolutivo proposto dalla psicologa M. Mahler, che si basa sul modo in cui il bambino, da un iniziale tipo di rapporto simbiotico con la madre (primi mesi di vita), passa lentamente a differenziarsi da lei fino ad arrivare ad una individuazione. Bander e Pearson riprendono il modello della Mahler e si focalizzano sul modo in cui le coppie passano attraverso una successione di stadi. Gli autori stabiliscono una serie di presupposti di fondamentale importanza quando si fa riferimento ad un rapporto di coppia:
1) le relazioni di coppia progrediscono attraverso normali stadi evolutivi;
2) questi stadi sono paralleli alle fasi dello sviluppo infantile della Mahler;
3) l' originario sviluppo infantile influenzerà le relazioni di coppia;
4) nel caso in cui ci siano stati problemi in una specifica fase evolutiva, con molta probabilità la persona, all'interno del rapporto di coppia, ripresenterà problemi simili;
5) ogni fase risulta essere più complessa della precedente e rappresenta una trasformazione ed integrazione di ciò che esisteva precedentemente.
Le fasi evolutive di cui parla la Mahler, e che vengono largamente descritte all'interno del suo testo La nascita psicologica del bambino, sono le seguenti:
- fase autistica,
- fase simbiotica,
- fase della differenziazione,
- fase della sperimentazione ,
- fase del riavvicinamento.
Ciò che ovviamente manca in un rapporto di coppia è la presenza della fase autistica (caratterizzata da una chiusura in se stessi con un'assoluta mancanza di contatto con la realtà), normalmente presente, invece, nel bambino alla nascita e che non viene presa in considerazione dai due autori americani nella strutturazione del loro modello. Entriamo allora nello specifico delle sucessive fasi.

Entriamo allora nello specifico delle sucessive fasi.


  1. La fase simbiotica, che può avere una durata di 6-9 mesi circa, è la fase dell'innamoramento, della fusione con l'altro. Il partner è visto come perfetto, magnifico, infallibile e ci si sente molto simili all'altro. Questa fase riveste una funzione importante nella vita di una coppia, consente, cioè, la creazione di un legame di base. L'aver vissuto questa fase certamente aiuta la coppia nel suo sviluppo successivo.

  2. La fase della differenziazione (caratterizzata da un processo di separazione-individuazione) è quella in cui - la parola stessa lo dice - ci si comincia a differenziare dall'altro. Gradualmente i partner iniziano a scoprire che i gusti non sono identici, che il compagno o la compagna non è così perfetto/a come si credeva. E' questo il periodo in cui il partner viene, per così dire, 'buttato giù dal piedistallo', viene smitizzato. In questa fase si fa un po' l'esperienza del lutto, della sofferenza nello scoprire gli aspetti negativi dell'altro, i suoi punti di debolezza.
  3. Nella fase di sperimentazione, come per il bambino di un anno, un anno e mezzo svincolarsi dal rapporto con la mamma, conoscere tutto ciò che è nuovo e godersi appieno le proprie scoperte è fondamentale per la crescita, così per i membri della coppia è di vitale importanza cercare di nuovo l'esterno. Cosa vuol dire questo? Entrambi i partner, ad esempio, si butteranno molto nel lavoro, andranno alla ricerca di nuove amicizie, si dedicheranno ad attività particolari e nuove. L'energia viene investita molto all'esterno del rapporto a due. A questo punto si acuiscono i conflitti che erano sorti nella fase precedente; quindi se si desidera che il rapporto vada avanti, è importante trovare modalità nuove per gestire in modo sano tali conflitti. Ad esempio, fare entrambi ciò che più desiderano (andare al cinema a vedere film diversi, o restare in casa quando l'altro va al cinema); rinunciare da parte di uno dei due, a vantaggio del desiderio dell'altro; o anche - e ciò è più auspicabile - adottare dei compromessi. E' bene, comunque, che ci sia flessibilità, cioè che non sia sempre lo stesso partner a retrocedere. Come il bambino che, nella fase di 'sperimentazione', ha fatto esperienza di se stesso, dei propri limiti e del mondo circostante ricerca il sostegno materno perchè si accorge di essere debole e bisognoso (fa la spola fra la madre ed il trovarsi da solo) anche la coppia fa qualcosa di simile.
  4. Dopo essersi sperimentati all'esterno, i due partner si cercano di nuovo. E ciò vuol dire che entrambi 'ricercano' un riferimento affettivo. C'è un forte bisogno di sentirsi rassicurati sulla presenza dell'altro anche se in alcuni momenti se ne fa a meno. In quesa fase di riavvicinamento si tratta proprio di costruire una vera e propria accettazione dell'altro, di quello che egli è, del punto in cui si trova.
  5. Superate queste fasi si arriva ad un livello di mutua interdipendenza in cui si impara a stare in relazione con l'altro, conoscendolo per quello che realmente è, accettandolo, quindi, nella sua imperfezione. Spesso chi giunge a questa fase sente il bisogno e la voglia di costruire qualcosa insieme al proprio partner. Può essere il tempo in cui si comincia a fare qualche progetto in comune, come qualche attività specifica, o si desidera di avere un figlio.

Quanto detto riguarda, in generale, ciò che più o meno può verificarsi all'interno delle varie fasi che una coppia 'normale' vive durante il suo processo di crescita. E' chiaro, comunque, che le cose non vanno mai così lisce e regolari. Quello che spesso può accadere nella realtà è che le persone presentino entrambe delle difficoltà in un particolare momento della relazione, in una particolare fase evolutiva della coppia, oppure che uno dei due si trovi più avanti dell'altro nella crescita. Può avvenire, ad esempio, che uno dei due cominci a differenziarsi mentre l'altro resta a livello della fase simbiotica, oppure che uno voglia sperimentarsi all'esterno del rapporto di coppia e l'altro sia ancora al livello della simbiosi. In generale possiamo dire che più di due stadi di differenza non possono esserci in una coppia; se ciò fosse, avverrebbe una rottura perchè la differenza sarebbe sproporzionata per poter mantenere in piedi una relazione significativamente sana.

Laura Bonanni

La prima cosa che colpisce è che l’innamoramento esiste solo nelle primissime fasi dell’evoluzione della vita di coppia interessando unicamente la fase simbiotica che non dura oltre i 6-9 mesi. Trascorso questo tempo non vi sono più i presupposti fisiologici affinché esista ancora innamoramento. Non è quindi questione di volontà o di voglia, ma è un obbligo che la natura ci impone in quanto esseri umani.
La mia fase simbiotica con C. è stata caratterizzata da uno strettissimo innamoramento e da una proiezione reciproca dell’uno nell’altra tale addirittura da coniare per me un soprannome, “J”, che al pari del’unità immaginaria elettrotecnica, mi descriveva ai suoi occhi come qualcosa di irreale quanto bello (inteso soprattutto come elemento di compagnia piuttosto che fisicamente).
L’inizio del nostro innamoramento ha coinciso con un momento di difficoltà fisica di C., e il mio essere presente in tale fase credo abbia contribuito a spingere un innamoramento che forse era andato oltre il normale livello di partecipazione sentimentale ragionevole.
Questa è stata la fase delle telefonate chilometriche, dell’esclusione di tutto oltre noi stessi e lo studio, dalle nostre vite. Rapporto quasi morboso, piacevolmente soffocante. Mia madre si sentiva esclusa dalle mie attenzioni. Anche per lei era tutto nuovo visto che si trattava della prima volta che suo figlio si impegnava in una storia d’amore.

La fase di differenziazione ci ha colti molto gradualmente... sicuramente qualcosa stava cambiando rispetto alla fase simbiotica. Si può dire che C. prendeva iniziative per tutti e due senza quantomeno verificare se la cosa entusiasmasse alla stessa maniera anche me. Ovviamente era valido anche il reciproco in cui cercavo di coinvolgerla negli interessi che fino ad allora avevo coltivato e che la vita di coppia necessariamente mi aveva almeno parzialmente indotto a mettere in secondo piano. Ecco quindi comparire gradualmente le due individualità che, seppur strette nel vincolo di una relazione ancora molto vicina alla fase simbiotica, a tratti potevano essere elementi di piccoli conflitti.

La fase della sperimentazione praticamente non l'abbiamo vissuta... siamo stati per anni morbosamente chiusi su noi stessi accentuando reciprocamente le diversità di carattere e spesso non vi è stata nessuna voglia di smussare gli spigolo di entrambi. Ecco forse dove la nostra storia ha cominciato ad avere problemi.

E' quindi comprensibile che una fase di riavvicinamento difficilmente potesse svilupparsi armonicamente dopo una fase della sperimentazione come quella sopra descritta. C., non trovandi stimoli ma ,anzi, conflitti, nelle fasi di differenziazione e di sperimentazione, sognava il rapporto come quello che aveva vissuto nella fase simbiotica. Ed ecco che questo porta a due ordini di problemi: 1. già in questa fase io e lei eravamo ormai distanti di più di due fasi evolutive e quindi, secondo la Bonanni, non vi erano già piu i presupposti per una relazione sana.

Al momento in cui si sarebbe dovuti essere, dopo 10 anni di convivenza, al livello di mutua interdipendenza, quando io dopo aver accettato C. in tutto e per tutto e ipotecavo di costruire qualcosa... C. esce il 25.10.06 con la sciagurata frase e nota frase "ti voglio bene ma non sono più innamorata di te". Nonsono più innamorata di te dopo dieci anni??? ... ma se l'innamoramento, come sopra spiegato, non dura piu di sei-nove mesi!

Una frase così, usata per chiudere un rapporto, è una vergognosa e spudorata autodenuncia di non aver voluto costruire nulla con il partner che invece ci credeva e per questo è stato anche imbrogliato. Per che cosa? Forse soldi, sesso, vita agiata....VERGOGNA!!!

La coppa dell'amore

...una natura cieca ti fa bere alla coppa dell'amore, che tu sai avvelenata...

Come un rifiuto solido umano...

Il dolore per essere stato buttato via sta aumentando e si mescola con le lacrime. Come tutti i traumi profondi fanno molto più male dopo un po' di tempo che non nel momento in cui sono stati inferti.Il sentimento più forte che provo in questo momento è la delusione. La profonda delusione per una persona con cui prima ho creduto e poi mi sono illuso di poter costruire qualcosa. Credevo di avere una famiglia, invece era solo una illusione. Una spalla su cui appoggiarmi non l'ho mai avuta, anzi spesso è stata lei ad appoggiarsi su di me... tuttavia il poterle essere stato d'aiuto era già comunque appagante per me. Adesso cosa rimane... ricordi, alcuni belli, altri tragici, e soprattutto una casa gelida e vuota. Anni fa una mia insegnate di italiano, che era anche psicoterapeuta, aveva fatto una lezione sulla rielaborazione del lutto, sottolineando che è molto maggiore lo stress per la perdita di una persona in quanto da questa rifiutati che non per la sua morte. Effettivamente mi sto sentendo molto male. Forse, dopo dieci anni, un po’ sta male anche lei. Ma mentre lei ha qualcuno con cui consolarsi, una persona di cui è innamorata, io sono completamente solo. E sono sempre più stanco di vivere.

26 ottobre 2006

Era la prima volta che mi batteva il cuore...

Ieri, dopo quasi dieci anni di convivenza, la mia ragazza mi ha detto che pur essendo io la persona a cui vuole più bene in assoluto, non mi ama più in quanto si è innamorata di un'altra persona... una persona sposata, credo addirittura con figli.
Per il momento sono abbastanza sconvolto anche se si vedeva da tempo che le cose non erano più quelle di una volta...
Riguardo a questa storia sarebbe meglio non scrivere... perché scrivere significherebbe scrivere cose tristi. Eppure in questo momento della vita ritengo sia importante per me ripercorrere tutte le tappe di questi ultimi dieci anni, un po' per sorridere e un po' per piangere. A questo post ne seguiranno altri che racconteranno i miei ultimi 10 anni di vita e la meravigliosa relazione con C. che proprio ieri ha trovato la sua fine.
Per adesso lei vive ancora nella "nostra" casa... casa in cui io da oggi cercherò di frequentare il meno possibile, piuttosto dormirò su un divano in un ufficio del reparto dove lavoro.
Pian piano, con i ritmi che mi sentirò, racconterò questa dolce storia d'amore, il suo fiabesco inizio, i momenti belli e brutti e la drammatica fine. Post dopo post... solo il tempo tra uno e l'altro di fare mente locale e di asciugarmi le lacrime.

25 ottobre 2006

La strettoia


Oggi la strettoia è stata superata, dimostrando a qualcuno di essere più forte e maturo di ieri.

23 ottobre 2006

Prima di una strettoia nel sentiero della vita...

Quanti anni ha visto il mondo per accorgersi di una vita?
Una vita scivola lungo la sua epoca senza illudersi di scalfirla.
E poco prima di un momento di prova è bene ricordare che l'arciere ama la freccia che scaglia allo stesso modo dell'arco che gli rimane saldamente nella mano. Ma anche se distanti arco e freccia sono per sempre uniti dalla stessa natura di cui sono costituiti.

21 ottobre 2006

A che punto è la notte?

A che punto è questa notte, figlia di una giornata tanto inutile quanto pericolosa?
L'istinto di avere ha sopraffatto quello di conservazione.
L'amore ha ceduto all'affetto.
In questa notte, nel pieno della mia metamorfosi, fatico a trovare i fili della mia vita.
Cerco ovunque e con qualunque cosa di riempire quelli che altro non sono che vuoti di pensiero. A cos'altro possono infatti servire le religioni, le supestizioni, le credenze, le illusioni? In me, per religioni, supestizioni, credenze e illusioni non vi è posto.
Le religioni, le supestizioni, le credenze, le illusioni sono "materia comoda" per riempire i vuoti dell'anima dei mediocri... la cui vita diviene così una pedante nullità. Meglio annullarsi fin dal principio, smettere di esistere nello stesso momento in cui se ne assume la coscienza.
Ma allora di cosa è fatta la vita? Esiste una vita "vera" diversa da quella che milioni di larve umane inaugurano sempre allo stesso modo ogni mattina finché non giunge, più o meno inaspettato, il giono della falce?

Tavor

Il lorazepam, altra molecola (insieme alla fluoxetina, vedi tra i post precedenti) di cui mi sto accorgendo di non poter fare a meno. Ma rimmarrà qualche cosa di non artificialmente modificato nei miei pensieri e nei miei comportamenti?

20 ottobre 2006

Michael Johnson sei stato un grande: hai dimostarto al cielo ed alla terra il tuo coraggio, e hai privato l'uomo dell'ultima vigliaccheria!

L'articolo quì sopra è tratto dal "Corriere della Sera" on line di oggi.
Il nome di Michael Johnson era ormai al primo posto nel macabro elenco delle "Scheduled Executions", per il 19.10.2006:
Ma Michael dandosi autonomamente la morte a cui ormai non poteva più scappare, ha salvato quanto c'è più di importante nella vita: la DIGNITA'. Dignità nella vita come persona che può aver tanto sbagliato ma che non per questo doveva essere uccisa, ma soprattutto dignità nella morte. Nesuno lo ha legato ad un letto, nessumo gli ha imfilato nelle braccia gli aghi per l'infusione del veleno. Nessuno gli ha chiesto una patetica "ultima dichiarazione", e nessun occhio, ne nemico ne amico ha assistito da dietro ad un vetro alla sua morte. Si è riappropriato della dignità della sua morte dimostrando a tutti il coraggio che per questo c'è voluto. Nella sua scheda carceraria (quì sotto riportata) nessuno scriverà a penna, nell'angolo in alto e a destra, la dicitura "Exec. 10/19/06".

Un sogno infranto... ovvero una parabola sull'amore tratta da un fatto realmente accaduto

C'era una volta un signore molto ma molto ricco, di nome Steve Wynn. Aveva tutto, il suo patrimonio era di svariati miliardi di dollari. Poteva realizzare praticamente tutto quello che desiderava. Ma non era contento. Da tanti anni correva dietro ad un "sogno" che non riusciva a realizzare, o meglio ad avere. Si, ad avere, in quanto il suo sogno era quello di possedere il famoso quadro di Pablo Picasso appunto intitolato "Il Sogno":

Finché un giorno, qualche settimana fa, il quadro veniva messo all'asta da Christie's... occasione unica per Steve Wynn di raggiungere quello che per tutta la vita ha inseguito. E così si aggiudicava l'asta e il quadro alla cifra di 139 milioni di dollari.

Lo scopo di tutta la sua vita era stato finalmente raggiunto!

Qualche giorno dopo Steve dava un grandissimo ricevimento presso una delle sua lussuosissime ville per presentare l'opera d'arte a parenti e amici... festa grandiosa dove scorrevano fiumi si champagne d'annata e gli aromi dei migliori cognac si mescolavano al fumo dei più pregiati e ricercati sigari avana. Tutto andava per il meglio, Steve era ormai padrone di ciò che amava e che aveva cercato per tutta la vita.

Ad una tratto, mentre era completamente ubriaco, Steve si distraeva un attimo e con una gomitata urtava il quadro provocandovi un buco e danneggiandolo in maniera gravissima. Aveva danneggiato il suo tesoro e l'amore della sua vita era, per compa sua, ormai irrimediabilmente perso.

Tutto quanto scritto sopra è assolutamente vero e fa parte della cronaca delle ultime settimane. Ma come non vedere in questi fatti una parabola sull'amore? Spesso l'amore lo si cerca per tutta la vita, qualche volta si ha la fortuna di avere questo immenso tesoro, ma una volta avuto ci si distrae e basta davvero poco per distruggerlo.

12 ottobre 2006

Il riassunto di una vita mancata

Elizabeth Childers

Polvere della mia polvere,

e polvere con la mia polvere,

o bimbo, che moristi mentre entravi nel mondo,

morto della mia morte!

Che non conoscesti il respiro, nonostante gli sforzi,

e il cuore ti batteva quando vivevi con me,

e si fermò quando mi lasciasti per la vita.

E' bene così, bimbo mio. Così non percorresti mai

la lunga, lunga strada che inizia coi giorni di scuola,

quando le piccole dita si fanno sfuocate dietro le lacrime

che cadono sulle lettere sbilenche,

e la prima ferita, quando il tuo piccolo compagno

ti abbandona per un altro;

e la malattia, e il volto della paura accanto al letto;

la morte del padre o della madre;

o la vergogna per causa loro, o la miseria;

poi, cessato il virgineo dolore dei giorni di scuola,

una natura cieca ti fa bere

alla coppa dell'amore, che tu sai avvelenata.

A chi avresti proteso il tuo viso di fiore?

Un botanico, fragile creatura? Quale sangue avrebbe

gridato col tuo?

Puro o contaminato, non importa,

è sangue che chiama il nostro sangue.

E poi i tuoi figli - oh, che sarebbe stato di loro?

E quale il tuo dolore? Figlio! Figlio!

La morte è migliore della vita!
Edgar Lee Masters

11 ottobre 2006

La rana kup manduk

Il grande Tiziano Terzani, nel suo "Un altro giro di giostra", racconta di kup manduk, ovvero la rana del pozzo, protagonista di una vecchia storia indiana. In tale storia con una incredibile semplicità si sottolinea come l'uomo non sappia, e soprattutto non sia disposto, a vedere oltre il piccolo orizzonte che lo circonda.

Un giorno, nel piccolo pozzo in cui una rana è vissuta tutta la sua vita, salta una rana che dice di venire dall'oceano.
"L'oceano? e cos'è?" chiede la rana del pozzo.
"Un posto grande, grandissimo" dice la nuova arrivata.
"Grande come?"
"Molto, molto grande"
La rana del pozzo traccia con la zampa un piccolo cerchio sulla superficie dell'acqua:
"Grande così?"
"No. Molto più grande."
La rana traccia un cerchio più largo.
"Grande così?"
"No. Più grande"
La rana fa un cerchio grande quanto tutto il pozzo che è il mondo da lei conosciuto.
"Così?"
"No. Molto, molto più grande" dice la rana venuta dall'oceano.
"Bugiarda!" urla kup manduk, la rana del pozzo, all'altra. E non le parla più.

Cenere

Come è strano che piaceri, sentimenti, sensazioni, paure, progetti, speranze, delusioni, ingiustizie, gioie, dolori, successi e tutto quello che dà colore alla nostra vita, possa essere contenuto in quel pugno di cenere che è il nostro corpo. Chissà tutte queste cose da dove vengono. E chissà dove vanno a finire. Forse in niente, ma allora che senso ha vivere?

03 ottobre 2006

Joseph Ratzinger: un "uomo" che proprio non mi piace... Benedetto XVI (ma benedetto da chi???)


Non mi piace:
  1. chi è, un ex nazista che ha fatto il "salto della quaglia" quando ha visto che le cose si stavano mettendo male;
  2. quello che rapresenta, non certo dio in Terra ma il potere ripugnante della chiesa cattolica;
  3. quello che dice, in particolare sull'inammissibilità dell'aborto terapeutico;
  4. il poco controllo che ha nel dire quello quello che gli passa per la testa senza nemmeno arrivare a prevedere le conseguenze delle sue "infallibili" esternazioni... qualcuno per queste ci ha rimesso la vita;
  5. la sua freddezza.

01 ottobre 2006

Maria Montessori

IL BAMBINO E' PADRE DELL'UMANITA' E DELLA CIVILIZZAZIONE, E' IL NOSTRO MAESTRO, ANCHE NEI RIGUARDI DELLA SUA EDUCAZIONE.