26 febbraio 2006

Olimpiade e vita quotidiana

E' un po' che non scrivo... certo non mi sono dimenticato il blog, anzi, posso dire quasi di saperne a memoria ogni parola. Tuttavia certe volte la miglior musica è il silenzio, per cui sarebbe veramente di cattivo gusto suonare e cantare nel momento in cui non si è ispirati, in cui manca la stessa ragione dello scrivere, il raccontare...
In questi giorni, tra lavoro e ripensamenti oziosi, ho avuto modo di seguire, seppure in maniera estremamente marginale, le olimpiadi invernali di Torino.
Quante volte ho sognato di essere un aleta... sin dai giorni più remoti della mia memoria! Eppure nulla di tanta aspirazione ha mai trovato luogo nei miei giorni trascorsi... e ormai anche nei miei giorni futuri.
Riflettendo però... cosa non dev'essere esprimere la propria eccellenza d'innanzi ad un popolo che ti inneggia... senza che questo implichi la sopraffazione di alcuno! Esaltazione di se a scapito di nessuno, pura gloria individuale dal dolce sapore senza veleni per alcuno.
Vedendo il pattinaggio di figura mi sono reso conto quanto il corpo umano, unito alla suprema scienza, ovvero l'arte, possa impossessarsi della mente e dell'anima di chi vi assiste. Non ho potuto non osservare come all'età di tanti atleti io avessi già sbattuto via la mia vita sui libri... e alla fine che soddisfazioni ne ho tratto? Forse uno stipendio, si, indubbiamente alto e garantito fino alla pensione, una posizione sociale (che può valere solo agli occhi degli stolti), la possibilità di intervenire con senno in discorsi in cui la maggior parte dell'umana specie disquisisce solo per dar aria alle carie... Ma questo a cosa giova?
La verità è che nella mia vita ha sempre dominato la banalità, magari ad alti livelli, ma pur sempre bieca e consumata banalità.
Quante volte ho sognato di essere un aleta...