26 maggio 2007

La miglior cura del male oscuro è la consapevolezza!

Questa esperienza devo assolutamente raccontarla. E' fondamentale per me e può essere molto importante per qualcuno che vive qualcosa di simile a quello che io ho vissuto.
Nel post precedente avevo scritto riguardo al ricordo di C. che era diventato un chiodo fisso. Dopo mesi di relativo benessere C. era tornata un pensiero permanente, un pensiero che mi rovinava il sonno e che mi angosciava. Il tutto in modo indefinito, senza un obiettivo e quindi senza un' apparente soluzione.
Il mio malessere era caratterizzato da profonda angoscia al risveglio... risveglio che sempre avveniva nelle prime ore del mattino, senza la possibilità di poter poi riprendere sonno. Poi, con il trascorrere delle ore, l'ansia e l'angoscia, entrambe assolutamente non focalizzate, tendevano a ridursi fino ad arrivare a sera quando il quadro era decisamente più lieve della mattina. Questo netto miglioramento serale mi consentiva di andare a letto e prendere sonno abbastanza velocemente e facilmente... sonno che poi inevitabilmente preludeva ad un precoce risveglio prima dell'alba, caratterizzato nuovamente da profonda angoscia. Inoltre era evidente un netto calo dell'appetito, cefalea muscolotensiva e fascicolazioni diffuse con alterazioni del senso dell'equilibrio.
Ora, di psichiatria so davvero poco... qualche vago ricordo del corso del quinto anno di medicina e nulla di più. Insomma, quel tanto che basta per accorgersi che vi è qualche cosa che non va senza però saper inquadrare in maniera compiuta la situazione, e tanto meno impostare una cura. Per fortuna comunque la malattia ha sempre avuto caratteristiche egosintoniche, per cui mi è sempre stata evidente la natura patologica del mio malessere e la necessità di intervenire in qualche modo.
E allora ho cominciato a cercare. E oggi cercare significa esplorare Internet, ambiente nel quale si può, con un po' di pazienza, accedere a qualunque livello di ogni umana conoscenza.
E mi sono imbattuto in questa pagina.
Bene... al di la dell'estrema chiarezza e semplicità dell'esposizione, sono davvero rimasto assolutamente impressionato per come uno dei quadri clinici descritti nelle presentazioni fosse assolutamente identico a quello che io presentavo.
Tale quadro era quello della depressione reattiva.
Tutto tornava. La clinica, i tempi di insorgenza, e l'anamnesi!!! Avrei potuto in prima persona descrivere completamente quella patologia. Non vi era la benché minima discrepanza tra quello che era sistematizzato nella presentazione e quello che mi stava succedendo.
Non vi era dubbio, il mio era un quadro di depressione reattiva al vigliacco abbandono di quella povera persona che è C.
Ma la cosa più sorprendente è stato l'effetto che la presa di coscienza della causa della mia malattia ha provocato su di essa.
Ho avuto la sensazione che tutto fosse ad un tratto chiaro. La causa di quel malessere che mi stava consumando era C.
Ed impressionante è stato l'effetto di questa presa di coscienza. Da un'ora con l'altra ho cominciato a stare bene. L'aver compreso che era C. la causa ha provocato in me una reazione serena e decisa: NON AVREI MAI PIU' PERMESSO A C. DI FARMI DEL MALE, PER CUI SE LA MALATTIA DIPENDEVA DAL LEI, NON AVREI PIU' PERMESSO ALLA MALATTIA DI ESPRIMESI.
Sembra pazzesco, ma è stato proprio così. Dal giorno dopo a questa presa di coscienza ho cominciato a dormire come un ghiro, e a distanza di due settimane posso dire di non sapere sapere più cosa siano l'angoscia e l'ansia libera.

13 maggio 2007

"La cattiva lavandera non trova mai la buona pera"

Quello nel titolo è un proverbio torinese. La cattiva lavandaia non trova mai una pietra per lavare che sia a lei gradita. Il raccontare come mi sia tornato in mente sarebbe talmente complesso e contorto da andare ben oltre le intenzioni di questo post.
Per quanto sia tremendamente ed eccessivamente autocritico, per una volta la "moraletta" spiccia del proverbio non era riferita a me. E' tutta per C.
Ad un mese dall'inizio parlerò del mio nuovo lavoro che comunque va sostanzialmente bene. Quello che non va bene è il resto della mia vita. Ma è mai possibile che abbia ancora in mente C.? E' un ricordo che mi sta perseguitando da settimane.

11 maggio 2007

Prima "prima reperibilità" a casa!

La notte passata ho coperto la prima reperibilità nel mio nuovo posto di lavoro.
Ma la cosa importante è che, data la vicinanza tra casa mia e l'ospedale, per la prima volta l'ho potuta fare dormendo nel mio letto.
Per la prima volta da quando lavoro... ormai quasi quattro anni.
E' stato strano e "inusuale".
Quasi mi sono sentito in colpa.

07 maggio 2007

L'animale sociale

L'uomo è un animale sociale.
Quante volte ho sentito dire questa frase... credo che tutti l'abbiano sentita decine e decine di volte.
L'uomo, dunque, sarebbe programmato per accogliere la "società" e le sue regole.
Però la società, almeno quella occidentale attuale, accoglie l'uomo?
Credo che tanta della solitudine che c'è nel mondo dipenda proprio da questa incongruenza tra ciò che è innato - l'istinto socializzante - e ciò che è costruito, ovvero la società.
La società, costruita dall'uomo, non è idonea a contenerlo.
L'uomo ha costruito male la società.

06 maggio 2007

L'avaro

L'avaro ha una somma pazzia,

che sempre stenta

per non stentare,

e la vita a lui fugge

sotto speranza di godere i beni

con somma fatica acquistati.

Leonardo da Vinci

Che bell'immagine!

Una bellissima immagine. Analizzando l'inclinazione della curva luce/ombra si potrebbe facilmente risalire al giorno dell'anno in cui è stata scattata.
Peccato sia un fotomontaggio. E lo è per macroscopici particolari privi di reciproca coerenza; non credo sia per errori ingenui dell'autore che forse ha volutamente privilegiato la spettacolarità dell'immagine rispetto al realismo.

02 maggio 2007

Primo giorno

Bilancio molto positivo. Esame ampiamente superato (sapevo che ci sarebbe stato).
Comunque un primo bilancio complessivo e dettagliato sul nuovo posto di lavoro non prima di un mese da oggi.
Nel frattempo si parlerà d'altro.

01 maggio 2007

Ok, domani si (ri)comincia

"Mercoledì alle otto in sala operatoria".
Questo è il messaggio che mi è arrivato ieri sera sul telefonino mentre in macchina stavo transitando di fianco all'arsenale di La Spezia, in una delle mie serate dedicate a rivedere il mare.
Il mittente era quello che da domani sarà il mio nuovo primario. Non lo conosco molto, tuttavia mi sembra una persona estremamente corretta e, cosa sempre più rara nonostante l'età, entusiasta del proprio lavoro.
Devo dire che il messaggio mi ha fatto un po' paura... immagino già cosa succederà domani. Sarò sottoposto ad un esame pratico di chirurgia ortopedica. Giustamente il primario vorrà rendersi conto se ha fatto un buon acquisto. Ne ha pieno diritto, soprattutto alla luce della fiducia più totale che fino ad adesso ha riposto in me pur non avendo nemmeno visionato la mia casistica operatoria (che peraltro non ho nemmeno raccolto in quanto irraccoglibile... nell'"ospedale" fogna gli interventi si scrivono ancora a mano su dei registri copiativi che poi finiscono in un non meglio identificato magazzino della ASL che si trova, per giunta, in un altro comune: ottenere tutti i registri degli ultimi tre anni ed andare a spulciare e copiare gli interventi che ho fatto da primo operatore, qualche centinaio all'anno, è un'impresa pressoché impossibile).
L'idea però di essere domani "sotto esame" mi mette decisamente in ansia... poi, razionalizzando, mi rendo conto di essere proprio uno scemo a farmi di questi problemi: tra i centomila difetti che mi riconosco e che gli altri mi riconoscono manca sicuramente quello di non essere capace di fare il mio lavoro. So di saperlo fare, i risultati me lo hanno sempre confermato e lo hanno confermato agli altri - colleghi e pazienti - che al di la di simpatie o antipatie hanno sempre dovuto darmi atto di saper lavorare. Che poi nel resto della vita sia per molti versi un disastro, beh, quello è un altro discorso.
Eppure l'idea di dover, sotto molti aspetti, ricominciare da capo mi spaventa: nuove "regole della casa", nuovo personale, nuovi materiali operatori, nuovi strumentari, e, soprattutto, nuovi colleghi.
Al di la di scacciare questa infantile paura per il possibile "esame", il vero augurio che mi faccio è che domani rappresenti l'inizio di un processo di riordino della mia vita che al momento risulta alquanto caotica.
In bocca al lupo.