28 ottobre 2005

Riflessione sull'apprendimento e sulla comprensione

Imparare senza capire è inutile; capire senza impararare è pericoloso.


... infatti quante guerre sono state capite, ma dalla comprensione di queste l'uomo ha imparato solo come combattere in modo più atroce le successive.

26 ottobre 2005

A volte...


A volte, la miglior musica è il silenzio...

Infatti, della rosa sfiorita rimane solo il ricordo.


Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.


Questo post è dedicato a chi lo sa capire...

24 ottobre 2005

Musica, riflessioni e chiarimenti



Adesso nel mio blog c'è anche la musica! Niente di che, è solo un midi... a proposito, riuscite a capire di cosa si tratta? Non è semplicissimo indovinarlo, ma nemmeno impossibile!

Mentre il disegno quì sopra è di quella stupenda signorina di cui ho parlato in un post precedente, Eva Cassidy.

Scorrendo questo blog mi rendo conto di sentirlo sempre più mio... nato come banale raccolta di bits sta diventando una parte di me. Anzi, in esso vi è molto di me.

Dopo aver aperto la sezione dedicata al materiale scaricabile (nella barra azzurra quì sulla destra) mi era venuta una gran voglia di pubblicare alcuni miei files che sicuramente sarebbero stati molto utili specialmente agli studenti di una certa disciplina... poi, dopo averci riflettuto (e aver già uplodato molto del materiale di cui vi parlavo!), sono tornato sui miei passi. E sapete perché? Semplice, da quegli uploads sarebbe stato troppo facile risalire a me.

Ho riflettuto tanto sul significato di rimanere anonimo. Fondamentalmente l'anonimato mi da molto ma molto fastidio, soprattutto non mi piace che qualcuno possa pensare che non abbia il coraggio di espormi personalmente quando esprimo le mie idee. Posso assicurare che non vi è nulla di più falso!!! D'altro canto però il non essere riconosciuto direttamente mi permette di avere molti meno "freni inibitori" e di andare oltre a quella riservatezza atavica che mi ha sempre contraddistinto. Insomma, il sapere di non essere chiamato per nome e non essere visto in faccia da chi mi legge, rende sicuramente questo blog più libero e trasparente.

Poi ribadisco il concetto che scrivo per me... e a me non servono firme. Sono ben accetti, anzi, molto graditi, coloro che, magari di passaggio, danno una sbirciatina a questi miei pensieri, tuttavia, almeno quì, le "regole della casa" le decido io.

23 ottobre 2005

Una "pezza"

Ho messo una veloce "pezza" per risolvere il problema che ho evidenziato nel post precedente; almeno l'impaginazione adesso dovrebbe essere "universale"... comunque è proprio una "soluzione" temporanea, quì per fare un bel lavoro bisogna ridisegnare completamente il sito. Chissà, magari un giorno...

22 ottobre 2005

La Babele informatica



Bah... se qualcuno legge questo blog avrà trovato la novità della sezione "Materiale scaricabile liberamente"; tale spazio è dedicato a materiale creato da me, oppure creato da altri ma di pubblico dominio e/o privo di qualunque diritto di mirroring.
Per creare tale sezione ho ovviamente dovuto effettuare delle modifiche al codice sorgente della pagina principale del blog. Bene, quello che è impressionante è che non si riesce ad ottenere una versione del sito che accontenti tutti i browser: pur trattandosi di una pagina semplicissima non c'è stato verso di trovare il modo di renderla visualizzabile nella stessa maniera sia in Firefox che in Internet Explorer. Alla fine mi sono deciso ad ottimizzare la visualizzazione per Firefox (e, di conseguenza anche per tutti i browser derivati da Mozilla, Safari per Mac, Netscape e la stragrande maggioranza di browser per Linux). In Internet Explorer la barra azzurra che normalmente dovrebbe essere sulla destra del form principale del blog risulta purtroppo in fondo alla pagina... Sitemando il blog per Internet Explorer si hanno invece problemi di visualizzazione con praticamente tutti gli altri browser.
Capire il perché succede questo è banale... nonostante tutti gli sforzi di standardizzazione del codice html esiste tutt'ora una babele di dialetti html che creano dei problemi, a volte gravi, di interfacciamento delle pagine web con i diversi browser.
Appana avrò il tempo e la voglia ridisegnerò completamente il blog cercando di renderlo interpretabile in maniera univoca da tutti i browser in circolazione. Per il momento non posso fare altro che meravigliarmi di come a distanza di tanti secoli e con una tecnologia avanzatissima non siamo ancora riusciti a demolire la torre di Babele.

10 ottobre 2005

Ancora sulla pena di morte...


Qualche tempo fa avevo scritto riguardo la pena di morte; mi ero riproposto di tornare sull'argomento. L'occasione mi è stata data da questo documento che ritengo utile pubblicare quì al fine di riflettere e far riflettere.


MORTO PRIMA DI ESSERE UCCISO:
Una lenta agonia che porta prima alla rabbia, poi alla disperazione, poi all’umiliazione. Ed infine ad una sorta di rassegnata serenità. Il desiderio di farla finita una volta per tutte, rispetto al logoramento di settimane, mesi, giorni trascorsi in attesa del boia, o nella speranza di poter sfuggire alla morte.
E’ questo quanto avviene nell’animo del "dead man walking", secondo quanto racconta il professor Allen Brown, esperto di psicologia clinica e forense, docente alla facoltà di psicologia dell’Università di Harvard.
Brown ha studiato decine di casi di inquilini del braccio della morte per stabilire, fra le altre cose, l’azione deterrente a livello psicologico che la pena capitale esercita su chi è incline a commettere reati violenti.

LE ULTIME ORE:
Ecco cosa ha ricavato dai suoi studi sulle ultime fasi di tormento psicologico dei condannati.
“Le ultime ore raramente sono le peggiori dal punto di vista psicologico. La rassegnazione ha ormai preso il sopravvento sulla speranza e la volontà di combattere. Questi due ultimi sentimenti prevalgono nel mese che precede la resa dei conti col boia.
La cosa più interessante e più angosciante è che anche in chi è effettivamente innocente la rassegnazione di fronte alla ineluttabilità della pena induce un senso di colpevolezza.
Il detenuto si convince cioè di aver in qualche modo commesso un peccato irreparabile. Perché solo così riesce a giustificare a livello psicologico la pena capitale che gli viene comminata”. Le ultime ore sono contraddistinte più che dal dolore per il proprio destino dalla preoccupazione per chi rimane, spiega il professor Brown: “C’è un forte senso di angoscia per le madri, le mogli, i figli, gli amici che rimangono e che saranno privati di un loro caro.

C’è chi reagisce affrontando la fase che precede l’esecuzione con tranquilla rassegnazione, ed è questa la logica perversa dell’ultimo pasto. Alcuni condannati mangiano abbondantemente pur sapendo di avere poco da vivere, altri chiedono di fare la doccia e di cambiarsi d’abito per arrivare al momento fatale con una sorta di senso di normalità.
C’è infine chi preferisce accogliere l’offerta di forti tranquillanti (anche se le autorità non confermano questa tesi) in modo da arrivare sul lettino del boia in condizioni semi catatoniche. Il modo forse migliore per non subire la terribile sensazione della morte imminente, la coscienza di stare per morire che è realmente devastante”.

IL PROTOCOLLO SINO AL LETTINO DELLA MORTE: <<>>

Il protocollo del Dipartimento delle Prigioni dello stato americano prevede un programma che scandisce di ora in ora gli ultimi momenti di vita del condannato. Le esecuzioni avvengono di solito alle ore 18:00 o alla mezzanotte.
Ipotizziamo un'esecuzione prevista per le ore 18 di un giorno qualunque:

Ore 12:00 - i parenti devono lasciare il carcere. Possono restare gli avvocati e i consiglieri spirituali. Viene scelto l'ultimo pasto tra menu previsti dalla prigione o in alcuni casi solo su scelta del condannato. Spesso accade che il costo dell'intero pasto non possa superare i 15 dollari!

15:00 - Il vassoio del pasto viene portato via dalla cella.

16:00 - Il detenuto puo' fare una doccia, dopo la quale vengono indossati i vestiti per l'esecuzione.

17:30 - Un sacerdote puo' tornare in cella. Se richiesto, puo' accompagnare il condannato nella Camera della Morte e pregare con lui.

Ogni 15 minuti le guardie addette al controllo della Watch Cell, verificano lo stato del condannato e riportano su di una scheda le loro osservazioni…sino all'ora della morte.

GLI ULTIMI 10 MINUTI:
dopo l’addio ai familiari, dopo il pasto, dopo la doccia, il rituale dell’esecuzione comincia con un annuncio.

L’annuncio di qualcosa che il condannato sa a memoria. E questo “qualcosa” comincia quando il direttore della prigione legge al detenuto il mandato di esecuzione capitale.

Il detenuto viene poi condotto nella stanza in cui sarà eseguita la condanna a morte.

Lungo il percorso viene scortato da due file di agenti appositamente addestrati, generalmente 6. Di solito i condannati appaiono calmi e collaborativi. Alcuni si guardano intorno come stupiti.

Qualche condannato arriva ad entrare nella “stanza della morte” sorridendo (probabilmente causa massicce dosi di tranquillanti), generalmente e comprensibilmente, invece appaiono terrorizzati e a volte ancora, pieni di rabbia ed aggressività.

17:55 - Nella “ death chamber ”, la camera della morte, il condannato viene legato su un lettino di metallo imbottito (in pratica un comune lettino da camera operatoria!), da cui partono lateralmente due supporti per le braccia.
Ad ognuno degli agenti viene affidata una parte del corpo del detenuto da legare ed alla 6^ guardia resta il compito di sorvegliare che tutto vada per il meglio.
Il condannato viene coperto da un telo bianco. Le tende della sala dei testimoni restano aperte fino a che questa procedura e' stata completata. Le tende sono richiuse.

In alcuni stati (come la Virginia) il macabro rito ha una fase in più.
il condannato può parlare per l’ultima volta con l’avvocato e con il suo consigliere spirituale, che in seguito possono lasciare il carcere oppure assistere all'esecuzione dalla stanza a vetri in cui prenderanno posto i testimoni.

E’ il momento degli aghi. Vengono nuovamente tirate le tende, per impedire ai testimoni di vedere gli addetti che infilano al detenuto un ago sia nel braccio destro che in quello sinistro per l'iniezione letale via endovenosa e collegano al suo corpo un monitor per registrare l'attività cardiaca.
A volte è difficile trovare la vena in ogni braccio. E’ accaduto che a un condannato abbiano introdotto l’ago in un piede o, come nel caso di Joe Cannon, che l'ago schizzasse fuori dalle vene!

Adesso gli aghi vengono collegati a due bottiglie contenenti una soluzione salina che, come il monitor, restano nascoste dietro una seconda tenda o un vetro/specchio, dove si trovano anche coloro che introdurranno le tre sostanze chimiche mortali nella soluzione salina.
Un medico monitorerà il battito cardiaco del condannato. Una volta sistemati gli aghi, la tenda che impedisce ai testimoni di vedere il lettino viene aperta. il direttore del Dipartimento carcerario, e il direttore del carcere si assicurano che tutto sia stato eseguito nel pieno rispetto della legge e delle procedure. Quasi sempre nella camera vi è anche il cappellano del carcere.

Viene concessa la possibilità al condannato di dire le ultime parole, per rivolgendosi alla famiglia della vittima ed alla sua famiglia…
A quel punto, il detenuto gira o alza la testa e guarda verso la vetrata dei testimoni. Molti parlano a lungo, ad alta voce, altri sussurrano poche parole, altri inveiscono altri ancora rifiutano con un movimento della testa…

18:00 - Il direttore del carcere da' l'ordine di eseguire la sentenza dello stato.
Agli agenti viene dato il segnale di iniziare a introdurre le sostanze chimiche nella soluzione salina.
E' quasi certo che le sostanze chimiche utilizzate sono:
il sodio pentotal o il tiopental che agiscono sul cervello, rendendo il detenuto incosciente;
il pavlon o il pancuronio per rilassare i muscoli e paralizzare il diaframma in modo da bloccare il movimento dei polmoni;
il cloruro di potassio che provoca l'arresto cardiaco.

Il condannato sembra cadere assopito.
Di solito lo si vede fare un profondo, ultimo respiro, a volte tossisce prima che, impercettibilmente, il suo petto smetta di muoversi.

Passano pochi istanti e quando dal monitor non giunge più alcun segnale di attività cardiaca, il medico lo comunica al direttore, che poi annuncia l'avvenuto decesso del detenuto e ne annota l'ora.
Generalmete, salvo complicazioni tra le 18:08 e le 18:20.
Il costo sostenuto dal Dipartimento per l'acquisto delle droghe sarà per complessivi 86,08 Dollari USA!

La tenda viene nuovamente chiusa e i testimoni lasciano la stanza.

A questo punto il cadavere del condannato viene caricato e portato via col furgone frigo della locale Funeral Home, dove il giorno dopo si terrà la cerimonia di commiato al defunto.

SUL CERTIFICATO DI MORTE, QUALE CAUSA DEL DECESSO SARA' INDICATO: OMICIDIO

LA BEFFA DOPO LA MORTE

Per molti condannati, morire rappresenta la liberazione della loro anima da quel corpo che li ha tenuti rinchiusi nell'inferno del braccio della morte. Ma resta, per la maggior parte di coloro le cui famiglie non potranno permettersi una sepoltura in un degno camposanto, la rabbia di sapere che il loro corpo verrà sotterrato nel cimitero riservato alla prigione.

Una croce bianca, solitamente, senza nome, senza date, solo un numero, la beffa dopo la morte!

--------------------------------------

Come funziona in Texas…
"E’ solo un lavoro …e qualcuno dovrà pur farlo!!"

Il Texas non dispone di un solo boia per le esecuzioni tramite iniezione letale, bensì di un intero team formato dagli impiegati del Dipartimento di Giustizia Penale dello Stato (TDCJ) che – volontariamente e senza alcun compenso aggiuntivo – scelgono di fare questo lavoro.
E’ sufficiente che queste persone abbiano le conoscenze mediche necessarie per portare a termine il loro dovere e possono restare nel team fino a quando non decidono liberamente di andare via oppure fino a quando la direzione non decide di sostituirle.
Non viene effettuato alcun test psicologico al fine di determinare l’idoneità di questi volontari.

Le esecuzioni vengono effettuate alla Huntsville Unit.
A questo scopo è stato adibito un padiglione formato da 4 stanze: una per il team, una dove è posto il lettino per il condannato, una per i testimoni delle vittime ed una per i testimoni del condannato (queste ultime due stanze sono insonorizzate e fatte in modo che i due gruppi di testimoni non possano vedersi).
Nelle vicinanze di questo padiglione si trovano 10 celle dove vengono rinchiusi i prigionieri in attesa di esecuzione.

Una volta che il Governatore e il Procuratore Generale hanno dato il via libera all’esecuzione, il condannato viene scortato da 5 guardie dalla cella di detenzione alla vicinissima camera della morte e qui viene legato al lettino con cinghie di pelle ai polsi, bicipiti, torace, addome e gambe.
Il condannato non ha maschera in viso né una copertura sul capo, così – se decide di rilasciare un’ultima dichiarazione – ha la possibilità di ruotare la testa e guardare verso le stanze dove si trovano i testimoni (giornalisti, i suoi famigliari e i famigliari della vittima).

Il microfono e gli altoparlanti in ognuna delle due stanze vengono controllati prima che i testimoni vengano condotti all’interno del padiglione.
Viene altresì approntato, dal team, il materiale necessario all’iniezione endovenosa.. Vengono preparati due set, uno per ogni braccio, così - nel caso di problemi al braccio sinistro, malfunzionamenti o otturazioni - è già pronto il set del braccio destro. Si inizia con una soluzione salina.

I testimoni vengono accompagnati nelle rispettive stanze. Il Direttore chiede al condannato se vuole rilasciare un’ultima dichiarazione.
Poi, la procedura ha inizio. Al condannato vengono somministrati in sequenza tre diversi farmaci utilizzando un sistema manuale (anziché un apposito macchinario). Primo, una dose letale di tiopentale , che serve a far perdere conoscenza al condannato (in circa 30 secondi); successivamente – dopo una soluzione salina – viene somministrato pancuronio, un rilassante muscolare che provoca collasso ai polmoni e al diaframma (tempo stimato: circa 45 secondi); poi – dopo un’altra soluzione salina – viene somministrato cloruro di potassio che provoca arresto cardiaco in circa 30 secondi.
L’intero processo non dura più di due minuti. In seguito, dopo aver atteso ancora qualche minuto per verificare la totale assenza di segni vitali, il Direttore chiama un medico affinché constati il decesso.
In media, dal momento in cui il condannato viene legato al lettino al momento in cui ne viene dichiarato il decesso, trascorrono circa 17 minuti.

In base alle leggi vigenti in Texas, sono autorizzati ad essere presenti ad un’esecuzione: il personale necessario nominato dal Direttore Esecutivo del Dipartimento di Giustizia Penale, i cappellani dello Stato e, se richiesto dal condannato, un consigliere spirituale accreditato, il giudice e lo sceriffo della contea di Walker, un giornalista del quotidiano locale Huntsville Item, un reporter dell’United Press International, un reporter dell’Associated Press, un altro giornalista (solitamente proveniente dalla contea di residenza del condannato), rappresentanti della TV selezionati – a rotazione - da una apposita lista di richiedenti, non più di cinque testimoni scelti dal condannato (parenti o amici, detenuti esclusi), non più di cinque parenti stretti della vittima (in questo caso, se ci sono meno di cinque testimoni, possono far parte del gruppo i parenti di una vittima – precedente - per la cui morte il prigioniero è stato riconosciuto colpevole ma non è stato condannato a morte).

I membri dello staff che vengono assegnati per la prima volta a queste funzioni, dopo aver preso parte alla prima esecuzione hanno l’obbligo – entro 72 ore - di sottoporsi ad una seduta postoperativa agevolata dal Programma di Supporto Post-Trauma.
I membri dello staff che già hanno esperienza non devono sottoporsi alla seduta postoperativa, anche se è comunque disponibile personale specializzato cui rivolgersi.

Il Texas ha adottato l’esecuzione letale come unico metodo di esecuzione nel 1977 e la prima esecuzione con questo metodo ha avuto luogo nel 1982.
Non è dato sapere se esiste in Texas un protocollo scritto per le esecuzioni. Il Texas detiene il record in numero di esecuzioni effettuate nella storia recente.

In Texas non vengono effettuate delle “simulazioni” di esecuzione prima di una vera esecuzione, ma il personale addetto è tenuto a partecipare regolarmente a delle esercitazioni per verificare la propria idoneità e il proprio funzionamento all’interno del team.

E’ SOLO UN LAVORO ! … E QUALCUN DOVRA’ PUR FARLO!!!

Fonti: Allen Brown Università di Harvard - Stefano Trincia - Radio 24 - Frank Green - Corriere della Sera - Coalizione Italiana contro la Pena di Morte.