30 marzo 2009

Heautontimorumenos


Ti batterò senza rabbia
nè odio, come un beccaio
o come Mosè sulla roccia!
E dai tuoi occhi farò,

per dissetare il mio Sahara,
percorrere flutti di pena.
Sull'acqua salsa del tuo pianto
salperà la mia nave

Di desiderio e speranza,
e i tuoi singhiozzi che adoro
come un tamburo di guerra
daranno l'ebbrezza al mio cuore.

Non sono io la nota che stride
nella divina sinfonia,
per questa vorace Ironia
che mi divora e m'intride?

Lei ringhia qui, nella mia voce!
è nel mio sangue quel veleno!
Si, sono io lo specchio osceno
dove la strega si mira!

Sono la piaga e il coltello
la guancia e la percossa!
Sono la vittima e il boia,
lo slogatore e le ossa!

Sono il vampiro del mio cuore
-un gran derelitto che al riso
dannato è in eterno, e non ha
la grazia più d'un sorriso!

E' di Baudelaire, dai "Fiori del Male" e la conoscono (quasi) tutti... ci ho messo vent'anni a capirla, ma ora mi è completamente chiara se non altro perché descrive straordinariamente il punitore di se stesso, esattamente quello che io sono per me in quest'ultimo periodo della mia storta vita...

29 marzo 2009

Sarà una questione di sensibilità...

Bah, oggi sto scrivendo tanto... ho scritto più in un giorno che non negli ultimi mesi, e questo è sinonimo di malessere. Succede a tanti così, chi scrive blog, chi agende... ma sempre quando si sta male la "produzione letteraria" aumenta.
Questo ultimo post nasce dall'evidenza di come io non riesca a capire tanti atteggiamenti dai quali sono circondato. Ma non per critica degli altri, su questo anzi, a parte casi particolarissimi, sono davvero parco nei giudizi... più che altro per stupore. Stupero nel rendermi conto di come delle cose per me allucinanti, che mi ammazzerebbero prima moralmente e poi fisicamente, siano invece per la maggior parte della gente delle cose "normali". E certo, permettendosi di modificare per l'occasione una nota definizione statistica, la norma non è ne più ne meno che l'atteggiamento più frequente. E' normale ciò che capita ai più... sono normali le cose che la maggioranza delle persone fa, sono normali i sentimenti che la parte maggiore della gente prova a fronte di una certa situazione.
Ebbene, in questo messaggio scritto di getto in una pioviginosa serata domenicale sul finire delle calende di marzo, è proprio sui sentimenti che mi voglio soffermare. E sul modo in cui essi vengono vissuti... non saprei come meglio definire questa che mi torna semplice, ancorché impreciso, chiamare "sensibilità".
E' inutile negare che io non riesco ancora a togliermi dalla testa la mia ex convivente. Questo nonostante siano passati due anni e mezzo dalla grave vigliaccata che mi ha fatto. Ed ecco la sensibilità... io in quello che mi illudevo di aver costruito credevo veramente, l'amavo dvvero. E queste erano due cose che mi permeavano dall'esterno, attraverso la pelle, come radici perforanti che trovavavo una loro inestricabile terminazione in un garbuglio all'interno della parte più profonda della mia mente, della mia anima... così tanto profonda da essere altrettanto vulnerabile. Poi, da un giorno all'altro, queste radici mi sono state strappate... senza un perché, senza nessun tipo di anestesia, il garbuglio che esse alimentavano all'interno del mio corpo è stato con forza sciolto dall'esterno, senza criterio, solo con la forza bruta, strappandomi brandelli di pelle. E le ferite non sono mai guarite. Non nel senso che ora sono cicatrici, no, sanguinano, sanguinano ancora a fiotti come il collo di un maiale appena sgozzato. Ecco, questo è il modo con cui ho vissuto e che vivo l'abbandono da parte di C. 
La foto del cane in braccio a "Lui " (ne ho parlato in un messaggio poco precedente a questo)... quella non avrei proprio dovuto vederla.
Beh.. tutto questo dolore è derivato dal modo con cui ho vissuto un abbandono... Un abbandono viene definito dalla maggior parte delle persone una cosa che può accadere, e già questo fatto lo rende una cosa "normale". Si sente dire: "E' capitato a tutti..." oppure "Per una che va cento ne arrivano"... beh, la maggior parte delle persone dice questo, quindi queste cose diventano per definizione normali.
Ma allora perché le cose che per gli altri sono normali a me rischiano (e non è escluso che prima o poi lo facciano) di ammazzarmi???
La risposta forse non la so... ma di certo saperla mi aiterebbe se non altro a capire. A capire per esempio come della gente sposata con figli possa da un giorno all'altro mollare la famiglia per correre dietro a qualcuno dalla cui infatuazione non si è saputo resistere... a capire come la persona "lasciata" con i figli non ne soffra nemmeno un pochino tanto da trovare "conforto" prima ancora di aver tempo di lasciar scendere una lacrima.
Sarà che la pelle dei più, quindi la pelle "normale", è anestetizzata e se le radici vengono strappate queste lasciano il corpo senza dolore... o, peggio, la pelle "normale" è così dura da non essere mai stata permeata dalle radici. Insomma, sarà che la pelle "normale" è molto meno sensibile della mia. Sarà una questione di sensibilità...

La bilancia della vita... ovvero quello che c'è di vero nella psicostasia

Questa immagine di psicostasia dal "Libro dei Morti di Ani" è stupenda... lo è anche quella del "Papiro di Torino" per quanto decisamente più stilizzata...
Mi piace prendere spunto da questa cerimonia esoterica per una riflessione...
Se ovviame mi risulta impossibile credere ad Anubi che confronta il peso del nostro cuore con quello di una piuma, mi è invece estremamente facile immaginarmi la Vita che mette sui due piatti di una bilancia il bene e il male che abbiamo fatto. E nella stragrande maggioranza delle vite che ho conosciuto i due piatti rimangono alla fine allo stesso livello.
Pensateci... pensate al vostro passato, non visembra che nella media tutto torni a pareggio?
Al momento il mio piatto pende decisamente dalla parte del male...
E' molto utile saldare i debiti con la vita il prima possibile, prima che questa reclami i suoi crediti con gli interessi. Ed è ancor più importante non fare mai nulla che, anche nell'ipotesi più remota, potrebbe darci problemi di coscienza.
Non c'è pena più atroce di una coscienza che rimorde...
Salderò presto il mio debito.

Dietro ad una donna...

Dietro ad una donna spesso si nasconde il diavolo che vuole l'anima quando ti siede accanto e ti accarezza.










Sono un agnostico non
credo nel diavolo ma
ma credo purtroppo che
in questo caso serva a
 ben rendere il concetto!


Cose che ammazzano...

Nella vita vi sono cose che uccidono... e lo fanno senza polvere da sparo, piombo e mercurio.
E' sufficiente una foto di quello che è stato il mio cane in braccio al figlio di puttana con cui quella che è stata la mia convivente mi tradiva.
Ma fino a che punto uno può vivere con questa rabbia sopita nello stomaco?
Fino a che punto uno deve sentirsi in colpa per le porcate che ha fatto?
In qualche modo il male che si subisce compensa il male che si è fatto?
Non so che resistenza possa avere la mia povera mente umana... spero di non scoprirne il "vero" punto di rottura... certo la voglia di diventare parte di un fuoco d'artificio a volte è grande, per poter dire, almeno una volta nella vita, di aver illuminato il cielo...

23 marzo 2009

Questione di scelte...

Meglio qualche istante di paura o una vita intera di sofferenza? Perché, siamo onesti, non vi sono altre alternative...

13 marzo 2009

Libertà e solitudine

Spesso ciò che rende liberi rende anche soli.

Dicono che vivere sia un'arte... in tal caso persino io mi reputerei un artista se sapessi evitare che quanto detto sopra accada ad ogni mio respiro.

03 marzo 2009

La seconda grande vergogna

Oggi la seconda grande vergogna si è consumata... e forse mi ha insegnato qualcosa...