23 novembre 2006

Il Perdono

Il perdono è il più grande dono per colui che lo accetta, ma è la più atroce arma contro colui che lo riceve senza volerlo.

Aborto

Detesto le premesse ma questa volta sono obbligato a farne due.
Primo: deve essere estremamente chiaro che SONO ASSOLUTAMENTE LONTANO DA QUALUNQUE FORMA DI RELIGIONE;
Secondo: ritengo la morale come una emanazione dell'etica e come tale una scienza e non un giocattolo populistico in mano ai preti o ai fraticelli (talvolta "moralmente" anche pederasti), utile per manipolare i più sprovveduti.
Inoltre sono solito accompagnare i miei post con delle immagini... in questo caso non lo faccio perché per lo specifico argomento mi da abbastanza fastidio.
Ed ecco il fatto. Questa mattina passeggiavo per il corridoio del blocco operatorio in attesa di "piazzare" l'ennesimo chiodo Gamma nel solito novantacinquenne con la solita frattura pertrocanterica. Intervento che di per se mi porta via al massimo una ventina di minuti, ma che ha dei tempi di preparazione anestesiologica, di posizionamento del paziente e radiologici abbastanza lunghi (che a volte si allungano ulteriormente per motivi che per la dignità del paziente è meglio tralasciare... ma quì gli "addetti ai lavori" hanno già benissimo capito a cosa mi riferisco). In attesa quindi di effettuare l'atto operatorio vero e proprio ho dato un'occhiata a quello che succedeva nelle sale vicino alla mia. In una il primario di chirurgia generale stava eseguendo una emicolectomia laparoscopica; quell'uomo ha dei seri disturbi del carattere, però ha una mano chirurgica che è davvero spettacolare. Una sala era vuota, mentre nell'altra operavano "quelli" della ginecologia. Avevo già notato che in questa sala vi era un discreto via vai di pazienti giovani la cui permanenza nella sala non durava più di un quarto d'ora. Beh, non era difficile immaginare che la seduta operatoria odierna della ginecologia era dedicata alle IVG, interruzioni volontarie di gravidanza... insomma agli aborti non terapeutici, regolati dalla famosa legge 194.
Non avevo mai assistito ad una aborto, e visto che ne avevo il tempo ho deciso che questa mattina era la volta buona per farmi una idea diretta su questa procedura. Mi sono dunque piazzato nel locale di lavaggio dei ferri adiacente alla sala e mi sono messo ad osservare quello che succedeva attraverso l'ampio vetro della finestra passaoggetti. Quando mi sono "appostato" la paziente era gia sul letto operatorio, in posizione ginecologica. Quello che mi ha colpito subito è stata proprio la paziente. Giovanissima... probabilmente era appena maggiorenne. Molto ma molto bella, un corpo perfetto, lo stesso dicasi per la simmetria del viso ornato da due fanali verdi al posto degli occhi e da capelli lunghi biondo chiaro. La postazione dell'anestesista era "presidiata" da uno specializzando... strana presenza, quel soggetto è noto per la sua beghineria pressoché patologica, e mai mi sarei aspettato di vederlo dentro quella sala in quel momento. Un'ipotesi può essere che dato lo scarso impegno anestesiologico che quel tipo di intervento comporta, gli abbiano dato carta bianca, ovvero la "soddisfazione" di gestirsi da solo la seduta operatoria... e che questo gli abbia prontamente fatto superare qualunque "obiezione di coscienza"; comunque non voglio commentare oltre dato che non so leggere nel cuore delle persone.
Nella sala erano anche presenti due strumentiste (dico due!!!... cara grazia che a noi ortopedici ne "concedano" una), e due ginecologi. Uno si apprestava ad eseguire l'"intervento" mentre l'altro era appoggiato al muro della sala e guardava. Lo specializzando anestesista ha quindi proceduto ad iniettare in vena del Diprivan... in pochi secondi la paziente era sedata, lui la ventilava in maschera, e l'"intervento" ha avuto inizio. Si, "intervento" si fa per dire... dopo averlo visto una volta sarebbe in grado di replicarlo anche una scimmia. In pratica il ginecologo "operatore" ha posizionato due devaricatori, uno ventrale e l'altro dorsale a livello della vagina, poi con una cannula di grosso calibro attaccata all'aspiratore si è introdotto nell'utero. Con la cannula ha ripetutamente passato tutto l'endometrio... nel tubo trasparente dell'aspiratore si vedeva scorrere materiale ematico frammisto a frustoli di tessuto... comunque materiale frammentato, dalla distanza a cui ero non sono stato in grado di vedere se al suo interno vi si riconoscessero parti anatomiche formate del feto. La manovra di aspirazione sarà durata quattro o cinque minuti al massimo. Dopo di che ha introdotto nell'utero un tampone montato du una pinza ad anelli o su una Duval e ha dato una bella "raschiata" finale all'endometrio. La paziente a questo punto già cominciava a non gradire le manovre dato che l'effetto del Diprivan evidentemente stava finendo, e non aveva senso iniettarne dell'altro dato che anche l'"intervento" era ormai alla fine. Dopo di che una bella esplorazione uterina manuale permetteva all'operatore la verifica del buon lavoro eseguito. Tempo totale: non più di sette massimo otto minuti. Verso la fine dell'"intervento" una delle strumentiste ha commentato che "a fare queste cose" sarebbe finita sicuramente all'inferno dove per punizione l'avrebbero "ingravidata tutte le mattine e sgravidata tutte le sere"... che fantasia! Prima di abbandonare il mio punto di osservazione non ho potuto fare a meno di notare un discreto numero di siringhe già riempite di Diprivan pronte per le imminenti repliche della procedura su altre pazienti.
Non posso negare di essere rimasto colpito da quello a cui ho assistito. Non certo per l'aspetto tecnico dell'"intervento" ma per la semplicità con cui si può spegnere volontariamente una vita umana. Una vita umana che magari in questo modo non è stata condannata alle sofferenze di questo mondo; magari invece una vita umana che sarebbe stata così grande da cambiare il corso della storia. La legge dice che questo si può fare, che è lecito. Onestamente non so se lo sia. Tuttavia credo che se un giorno mi dovessero chiedere di effettuare un aborto non terapeutico mi rifiuterei... e qesto lo dico da perfetto ateo.
Sono tornato nella mia sala... mentre effettuavo i controlli radioscopici per verificare la riduzione della frattura del vecchio, mi cascava un occhio sul corridoio dove su una barella un'altra ragazzina veniva trasportata verso la sala della ginecologia.

21 novembre 2006

La mia suocera Solitudine

Quanto amo la mia sposa Libertà... anche se ultimamente mia suocera, la Solitudine, mi sta dando più fastidio di quanto avessi sperato.
La verità è che non sono fatto per stare da solo.

Considerazioni su questo blog

Beh, quando si fa un lavoro ogni tanto bisognerebbe fermarsi e guardare cosa fino a quel momento si è prodotto... insomma il mio blog non è un lavoro, diciamo che è un intimo hobby, scritto da me e per me... tuttavia vi sono molti segnali indicativi della presenza di un impatto abbastanza rilevante nella blogsfera.
Al di là dei "folkloristici" indicatori di visite con tanto di cartina geografica e bandierine, nel codice della pagina vi sono dei tags che mi permettono di avere un'immaggine molto precisa e dettagliata su chi, come, quando, e con che ripetizione il blog viene visitato. E devo dire che i risultati sono molto ma molto lusinganti. Ci sono almeno 10 persone affezionate che lo consultano praticamente tutti i giorni. Pur non essendo questo lo scopo, devo dire che comunque mi sento lusingato.
Riguardo ai commenti... è da poco tempo che li ho riabilitati. Questa non è la sede per esporre i motivi alla base di questa scelta, magari ne parlerò specificatamente in un post successivo.
Per visualizzare correttamente il mio blog e la gran parte dei contenuti ad esso associati ci vuole una banda molto ma molto larga... lo so, ne sono pienamente cosciente, come del resto sono cosciente che non sarebbe giusto accontentarmi di qualcosa di meno solo per allargare il potenziale audience anche a chi, purtroppo, è ancora legato al modem analogico o ad una adsl poco veloce. In fondo, non mi stancherò mai di ripeterlo, questo blog è concepito e realizzato da me e per me... tutti gli altri sono largamente i benvenuti ma NON SONO il l'obiettivo del mio lavoro. Sempre in quest'ottica mi rifiuto di usare l'archiviazione periodica che se da un lato facilità l'upload della pagina, dall'altro provoca un'inaccettabile discontinuità del discorso che si sviluppa nel blog da un post all'altro.
Infine il mio pormi solo per nick come Kripton... è un anonimato ridicolo, molti dai miei scritti sono risaliti a me... il blog è pieno di riferimenti alla mia identità. In queste condizioni quello dell'anonimato rimane poco più di un gioco.

20 novembre 2006

El sueño de la razón produce monstruos

Immanuel Kant ebbe modo di sottolineare come uno dei risvolti più tristi della natura umana è quello di dover passare tutta la vita imprigionati da domande dalle quali non possiamo sfuggire e alle quali la nostra ragione non è in grado di dare delle risposte.
E' una osservazione geniale. In essa è racchiuso il concetto che la ragione stessa del pensiero è... pensare.
L'essere umano vive in maniera instabile e precaria sotto innumerevoli punti dei vista. L'equilibrio della sua mente è pari a quello che si può pensare di avere se fosse possibile camminare sul filo di una lama sospesa lungo un crepaccio. La ragione permette alla mente di mantenere questo equilibrio instabile sfruttando i labili appigli che alternativamente si possono trovare su una o sull'altra parete del crepaccio. Ma gli appigli non sono le risposte, sono solo i mezzi per mantenere l'equilibrio; la ragione è la mano che si appoggia agli appigli, ma non è la domanda.
La ragione permette alla mente di sopravvivere alle domande a cui l'uomo non sa dare risposta... e in quest'ottica appare evidente, come scriveva Goya nella stampa sopra riportata, che "il sonno della ragione produce mostri".

18 novembre 2006

Solo per inserire una foto nel blog...

Con questo messaggio non voglio dire assolutamente nulla... semplicemente mi faceva piacere che nel mio blog vi fosse l'immagine quì sopra, a mio avviso molto ma molto sexy!

Apologia del tempo, grande medico

Il tempo è in grado di lenire il dolore provocato da qualunque ferita del cuore... e spesso anche del corpo.
Se il divino esistesse il tempo ne sarebbe una espressione.

12 novembre 2006

L'estremo e ultimo atto di egoismo: l'abbandono

Dopo aver "puntato" la sveglia sulle sei di domani mattina ed aver onorato con totale relax questa insolita fine settimana senza lavoro, mi appresto ad abbandonarmi tra le braccia di Ipnos e forse anche di Morfeo.
Prima però voglio lascire un paio di riflessioni quì nel blog.
Ho pensato cosa in realtà significhi decidere deliberatamente di abbandonare il partner con cui si è convissuto quasi dieci anni... E' una delle manifestazioni più becere di egoismo che possano esistere. Infatti è l'estrema dimostrazone di come in una coppia (o meglio in quello che era una coppia) una decisione importante, forse la decisione più importante, venga presa unilateralmente. Uno decide per tutti e due, infischiandosene della sofferenza che va così a generare. Per fare questo bisogna essere veramente delle persone piccole piccole...
Dopo i sentimenti la ragione torna a funzionare... certo che se ragione e sentimenti fossero fusi in una sola entità si eviterebbe tanto dolore.

11 novembre 2006

La mia vita sentimentale

La mia vita sentimentale... per ora un viale coperto dalla nebbia.

A presto il mio matrimonio con la Libertà

Il più presto possibile celebrerò ufficilmante il mio matrimonio.
Il regalo di nozze me lo faro da solo, e sarà una moto.
Abbraccio la mia sposa sapendo che sono nato per conoscerla e per chiamarla ... Libertà!
Ma se nel letto giacerò con la mia sposa, so che nella stanza accanto dormirà una suocera di nome Solitudine.
P.S.: il grande Paul Eluard mi perdoni l'uso profano di alcuni dei suoi versi più belli, ma per quello che volevo esprimere erano perfetti.

10 novembre 2006

La porta

Oggi la porta che C. ha ritenuto di dover interporre tra me e lei si è definitivamente e irrevocabilmente chiusa. Spero almeno ne sia contenta, ha ottenuto quello che voleva. Brava, complimenti!

08 novembre 2006

Allah è molto, molto... piccolo!

SCHIAVO DEI MAESTRI - Un giovane studente di una scuola coranica senegalese. Come molti coetanei è costretto ad elemosinare lungo le strade e a portare denaro ai propri insegnanti. In caso contrario, secondo quanto rivelato dalle associazioni umanitarie internazionale, i bambini vengono picchiati (Pierre Holtz / Reuters - dal Corriere della Sera on line di oggi).

07 novembre 2006

Psicofarmaci

Mi sto rendendo conto come tutti gli psicofarmaci che ho trangugiato negli ultimi anni fossero finalizzati ad addolcire il mio rapporto con C...
Ora che non c'è più C. e mi sto riprendendo dal trauma, sto bene senza nessun "aiuto" farmacologico.

Pensare sorridendo alle menzogne... però adesso sono dispiaciuto per C.

La ferita nel cuore sta guarendo... E anche il daltonismo di cui parlavo in un precedente post è in avanzata fase di remissione. Di conseguenza vedo con colori molto più brillanti di prima quello che mi ha fatto C.
Soprattutto le menzogne... quante volte, ora mi è chiaro, mi ha mentito!
Quello che veramente mi ha fatto stare più male sono le sue menzogne sul fatto di amarmi (e forse anche di avermi amato), e suoi due fidanzati con i quali ha tradito prima il mio amore e poi la mia fiducia.
Tuttavia... mi è capitato ieri di sentirla al telefono. Voce dell'oltretomba, insomma, tutto fuorché il modo di fare e di ragionare di una persona serena e contenta delle proprie scelte. Chissà, forse il suo attuale fidanzato non è quello che si aspettava... forse le è costato caro non disporre più di una casa nella quale si faceva di fatto quello che lei voleva... magari, mi piace narcisisticamente pensarlo (ma mi auguro per lei non sia vero!), si è già pentita di avermi buttato nel cesso per il soggetto con cui adesso sta... quello che fino a qualche giorno fa mi veniva mendacemente raccontato come un "amico". Ma poi come potersi fidare di un quarantenne che tradisce la moglie per un avventura con una ragazzina?
Pensare che avevo dato e stavo dando a C. tutto me stesso e tutto quello che avevo... mi aveva "fatto su" molto bene ed io ci ero cascato come un cretino. Tuttavia una giustizia su questa terra esiste, e lei è probabilmente rimasta vittima delle sue stesse armi in mano però ad un'altra persona.
Spero di sbagliarmi sull'insoddisfazione di C... Probabilmente sono io che adesso, per superare questa fase, sto alimentandomi con delle congetture di comodo. Ma se non dovessi sbagliare, se quello che mi è sembrato di capire al telefono fosse vero, beh, mi dispiacerebbe profondamente. Perché sotto sotto, anche se mi da un po' fastidio ammetterlo, voglio ancora bene a C. ed una sua "difficoltà" mi farebbe tutt'altro che contento. Se avessi la conferma di non sbagliarmi vorrei fare qualcosa... anche se probabilmente un sano istinto di autodifesa me lo impedirebbe sul nascere.

04 novembre 2006

Davanti a me una bottiglia di vino...

Sono d'innanzi ad una bottiglia di vino barricato... e mi sovvien l'antica poesia:

CHARLES BAUDELAIRE (Parigi, 1821 - 1867)

L'ANIMA DEL VINO
da "I fiori del male"
Nelle bottiglie l'anima del vino
una sera cantava: "Dentro a questa
mia prigione di vetro e sotto i rossi
suggelli, verso te sospingo, o caro
diseredato, o Uomo, un canto pieno
di luce e di fraternità. So bene
quanta pena, sudore, e quanto sole
cocente, sopra la collina in fiamme,
son necessari per donarmi vita
ed infondermi l'anima. Ma ingrato
non sarò, né malefico, ché provo
immensa gioia quando nella gola
cado d'un uomo usato dal lavoro:
il suo petto per me è una dolce tomba
e mi ci trovo meglio che nel freddo
delle cantine. Odi risuonare
i ritornelli delle tue domeniche
e la speranza che bisbiglia dentro
al mio seno che palpita? Coi gomiti
sopra il tavolo mentre ti rimbocchi
le maniche, mi vanterai e contento
sarai: della tua donna affascinata
accenderò lo sguardo; robustezza
ridarò a tuo figlio e i suoi colori,
e sarò per codesto esile atleta
della vita, l'unguento che rafforza
i muscoli dei lottatori. In te
cadrò, ambrosia vegetale, grano
prezioso, sparso dal Seminatore
eterno, perché poi dal nostro amore
nasca la poesia che a Dio rivolta
spunterà in boccio come un raro fiore."

03 novembre 2006

L'autostima

L'autostima è una cosa meravigliosa in quanto bisogna guadagnarsela completamente... nessuno ce la può regalare o portare via. Io posso guardarmi allo specchio senza farmi schifo. Vorrei che per tutti fosse così. E ricordiamoci che alla sera della vita saremo giudicati nell'amore. Giudicati da chi? Beh non ha importanza, se un dio non dovesse esistere sarà il ricordo di noi negli altri ad assolverci o a condannarci.

VITA NUOVA!!!

Okay, basta parlare di C. Da oggi niente più Tavor ne Prozac ... non ne sento più il bisogno.

Ieri è stata una giornata di grande serenità.
Sono stato davvero bene senza prendere nessun farmaco. Ora non devo più piacere a C. ad ogni costo... quell'altro si impegnerà a farlo. Auguri, non sarà un'impresa facile. Quì sul blog si chiude la parentesi dedicata a C.; non è escluso che qualche volta tornerò sull'argomento, ma sicuramente non sarà il topic centrale. Anni fa un vecchio amico, Enrico, mi raccontava di quanto fosse riconoscente alla sua ex fidanzata in quanto l'aveva lasciato "libero". Dopo anni capisco il significato di quelle parole. Per lo stesso motivo grazie anche a te, C.
Ho vissuto per anni da daltonico... oggi credo di cominciare a capire cosa siano i colori.

Una cosa singolare...

Quante volte, vedendo che negli ultimi tempi il suo disinteresse verso di me era talmente marcato da non essere più celabile da nessun alibi, ho chiesto a C.: "Mi ami?"; "Mi vuoi bene?". Ovvia la risposta: "SI!". E poi aggiungheva che "queste domande" la facevano "incazzare". Poi, il 25.10.06, viene fuori che "è da tempo" che non mi amava più.
Chissà mai che alle mie domande fino al giorno prima si "incazzava" perché tutto sommato, anche per lei, era fastidioso mentire?

02 novembre 2006

Comunque sappi...

Comunque sappi, dolce amore mio, che è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati... questo nonostante tu sia la persona che in 33 anni mi ha deluso maggiormente.

01 novembre 2006

25.10.2006: Una data non solo negativa

Io lavoro come ortopedico presso un ospedale pubblico di provincia.
Nel blog non ho mai accenato alla mia professione ritenendola di gran lunga secondaria ai miei pensieri e soprattutto non inerente con gli argomenti trattati. Tuttavia per la comprensione di questo post è importante che si sappia di che cosa mi occupo.
Senza entrare eccessivamente nei dettagli, un anno e mezzo fa circa ho scoperto di essere iscritto, insieme ad un collega, nel registro degli indagati di una certa procura italiana per l'ipotesi di reato di lesioni personali perpetrate a carico di un personaggio che ho avuto la sfortuna di valutare in pronto soccorso per un trauma da lui riferito.
La querela nei miei confronti è apparsa palesemente e immediatamente pretestuosa e calunniosa. Tuttavia la "giustizia", purtroppo anche quella penale, ha tempi bibblici. Comunque oggi ho ricevuto la lettera del mio avvocato che mi comunica che il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha chiesto l'archiviazione degli atti penali perché "la consulenza medica affidata al Dott. ****** **** ha escluso qualsiasi profilo di responsabilità in capo ai medici". Indovinate la data riportata dalla lettera del mio avvocato: 25.10.2006... la data in cui C. ha deciso di buttarmi via. La stessa data ha contenuto sia gioia che dolore.
Gibran a proposito della gioia e del dolore nel "profeta" scriveva:


SU GIOIA E DOLORE
Allora una donna disse: Parlaci della Gioia e del Dolore.
E lui rispose: La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.
E come può essere altrimenti?
Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro è addormentato nel vostro letto.
In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento,
così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere.

Ducati Monster 695: il premio di "buona uscita"

Anche dopo dieci anni per C. sarei stato disposto a fare di tutto. Ultimamente aveva deciso che voleva la moto. Già usava da tempo il mio scooter 50cc che mi aveva trasportato per anni prima ai tempi dell'università e poi in quelli della scuola di specializzazione.
Con il misero "stipendio" da specializzando nel 1999 riuscii a comprarmi una Suzuki TU250X... non un gran che ma comunque una vera moto per scorazzare e divertirci insieme.
A C. da qualche mese lo scooter non bastava più. Voleva la moto.
Considerando che C. non ha nemmeno la patente A e che in garage vi era la TU250, moto in perfette condizioni e adattissima per l'esame di pratica per il conseguimento della patente, la logica avrebbe voluto che imparasse ad andare con la TU, facesse l'esame con la TU e si tenesse la TU per quei due anni necessari per conseguire automaticamente l'autorizzazione a guidare moto di qualunque potenza.
Ma la TU non le piaceva...
Poi era troppo poco potente...
Poi che palle aspettare due anni per poter guidare qualunque cosa di "potente" a due ruote...
Una veloce ricerca su internet ed ecco che decide che la moto per lei era la Ducati Monster 600. Ne cerca varie usate ma obiettivamente non ve ne era nessuna che ne valesse la pena, anche in considerazione delle norme antiinquinamento che quì a Milano rendono tutti gli inverni praticamente inutilizzabili i mezzi non catalizzati.
Se proprio avessimo dovuto cambuare la moto tanto valeva prenderne una in buone condizioni e soprattutto aggiornata... insomma tra un usato del genere e un nuovo vi erano solo poche centinaia di euro di differenza.
Ed ecco la mia decisione: vendo la TU250 (revisionata da tre settimane, gommata nuova, catena pignone e corona nuovi, tagliandata da meno di 1000Km e con all'attivo poco più di 22.000Km) per 450€ (pensate che affare per l'acquirente) e con C. vado al concessionario Ducati dove ovviamente lei ha il suo "colpo di fulmine": la Monster 695 nera con il telaio in tubulari rossi (esattamente quella della foto sopra)... "così bella da far svenire", diceva.
Ma come fa a comprarsela con uno stipendio di 900€ al mese?
Era una cosa che desiderava così tanto che decido di regalargliela io: in pratica lei si intestava la moto (certo, lei, era un regalo e quindi doveva essere sua!) e pagava l'assicurazione mentre io facevo il finanziamento per l'intero importo, poco meno di 7000€ esclusi ovviamente costo del finanziamento e interessi.
E così è andata.
Queste cose succedevano una settimana prima che lei mi "buttasse via".
Adesso la moto è ancora da ritirare dal concessionario, la ritirerà C.
Io pagherò le rate del finanziamento per 18 mesi... comunque lo faccio con piacere in quanto nonostante tutto in questi dieci anni C. mi ha dato tantissimo.
C. intanto ha fatto il "foglio rosa" per la patente A.
In bocca al lupo, la moto con cui ha scelto di fare l'esame non è certo la più adatta sia per maneggevolezza che per controllo dello spunto!

Onora il padre, onora la madre

In questo momento di mia grande tristezza e di difficoltà sono veramente rimasto impressionato dall'abbraccio dei miei genitori che si è chiuso su di me. Benché divorziati e lontani hanno saputo, a loro modo essermi di conforto e di aiuto. Mio padre ha dato tutto l'affetto e la solidarietà nonostante i sui gravi problemi psichiatrici. Mia madre, anziana e malandata sta lavorando come una serva per farmi trovare la casa in ordine quando torno dl lavoro. Che enorme valore sono i miei genitori, per dieci anni buttati via al fine di dedicare la mia vita ad una persona che non mi ha voluto.
Che io possa restituire loro, nel momento del bisogno, almeno una parte di quello che hanno fatto e stanno facendo per me.