21 novembre 2006

Considerazioni su questo blog

Beh, quando si fa un lavoro ogni tanto bisognerebbe fermarsi e guardare cosa fino a quel momento si è prodotto... insomma il mio blog non è un lavoro, diciamo che è un intimo hobby, scritto da me e per me... tuttavia vi sono molti segnali indicativi della presenza di un impatto abbastanza rilevante nella blogsfera.
Al di là dei "folkloristici" indicatori di visite con tanto di cartina geografica e bandierine, nel codice della pagina vi sono dei tags che mi permettono di avere un'immaggine molto precisa e dettagliata su chi, come, quando, e con che ripetizione il blog viene visitato. E devo dire che i risultati sono molto ma molto lusinganti. Ci sono almeno 10 persone affezionate che lo consultano praticamente tutti i giorni. Pur non essendo questo lo scopo, devo dire che comunque mi sento lusingato.
Riguardo ai commenti... è da poco tempo che li ho riabilitati. Questa non è la sede per esporre i motivi alla base di questa scelta, magari ne parlerò specificatamente in un post successivo.
Per visualizzare correttamente il mio blog e la gran parte dei contenuti ad esso associati ci vuole una banda molto ma molto larga... lo so, ne sono pienamente cosciente, come del resto sono cosciente che non sarebbe giusto accontentarmi di qualcosa di meno solo per allargare il potenziale audience anche a chi, purtroppo, è ancora legato al modem analogico o ad una adsl poco veloce. In fondo, non mi stancherò mai di ripeterlo, questo blog è concepito e realizzato da me e per me... tutti gli altri sono largamente i benvenuti ma NON SONO il l'obiettivo del mio lavoro. Sempre in quest'ottica mi rifiuto di usare l'archiviazione periodica che se da un lato facilità l'upload della pagina, dall'altro provoca un'inaccettabile discontinuità del discorso che si sviluppa nel blog da un post all'altro.
Infine il mio pormi solo per nick come Kripton... è un anonimato ridicolo, molti dai miei scritti sono risaliti a me... il blog è pieno di riferimenti alla mia identità. In queste condizioni quello dell'anonimato rimane poco più di un gioco.