30 marzo 2009

Heautontimorumenos


Ti batterò senza rabbia
nè odio, come un beccaio
o come Mosè sulla roccia!
E dai tuoi occhi farò,

per dissetare il mio Sahara,
percorrere flutti di pena.
Sull'acqua salsa del tuo pianto
salperà la mia nave

Di desiderio e speranza,
e i tuoi singhiozzi che adoro
come un tamburo di guerra
daranno l'ebbrezza al mio cuore.

Non sono io la nota che stride
nella divina sinfonia,
per questa vorace Ironia
che mi divora e m'intride?

Lei ringhia qui, nella mia voce!
è nel mio sangue quel veleno!
Si, sono io lo specchio osceno
dove la strega si mira!

Sono la piaga e il coltello
la guancia e la percossa!
Sono la vittima e il boia,
lo slogatore e le ossa!

Sono il vampiro del mio cuore
-un gran derelitto che al riso
dannato è in eterno, e non ha
la grazia più d'un sorriso!

E' di Baudelaire, dai "Fiori del Male" e la conoscono (quasi) tutti... ci ho messo vent'anni a capirla, ma ora mi è completamente chiara se non altro perché descrive straordinariamente il punitore di se stesso, esattamente quello che io sono per me in quest'ultimo periodo della mia storta vita...