01 maggio 2007

Ok, domani si (ri)comincia

"Mercoledì alle otto in sala operatoria".
Questo è il messaggio che mi è arrivato ieri sera sul telefonino mentre in macchina stavo transitando di fianco all'arsenale di La Spezia, in una delle mie serate dedicate a rivedere il mare.
Il mittente era quello che da domani sarà il mio nuovo primario. Non lo conosco molto, tuttavia mi sembra una persona estremamente corretta e, cosa sempre più rara nonostante l'età, entusiasta del proprio lavoro.
Devo dire che il messaggio mi ha fatto un po' paura... immagino già cosa succederà domani. Sarò sottoposto ad un esame pratico di chirurgia ortopedica. Giustamente il primario vorrà rendersi conto se ha fatto un buon acquisto. Ne ha pieno diritto, soprattutto alla luce della fiducia più totale che fino ad adesso ha riposto in me pur non avendo nemmeno visionato la mia casistica operatoria (che peraltro non ho nemmeno raccolto in quanto irraccoglibile... nell'"ospedale" fogna gli interventi si scrivono ancora a mano su dei registri copiativi che poi finiscono in un non meglio identificato magazzino della ASL che si trova, per giunta, in un altro comune: ottenere tutti i registri degli ultimi tre anni ed andare a spulciare e copiare gli interventi che ho fatto da primo operatore, qualche centinaio all'anno, è un'impresa pressoché impossibile).
L'idea però di essere domani "sotto esame" mi mette decisamente in ansia... poi, razionalizzando, mi rendo conto di essere proprio uno scemo a farmi di questi problemi: tra i centomila difetti che mi riconosco e che gli altri mi riconoscono manca sicuramente quello di non essere capace di fare il mio lavoro. So di saperlo fare, i risultati me lo hanno sempre confermato e lo hanno confermato agli altri - colleghi e pazienti - che al di la di simpatie o antipatie hanno sempre dovuto darmi atto di saper lavorare. Che poi nel resto della vita sia per molti versi un disastro, beh, quello è un altro discorso.
Eppure l'idea di dover, sotto molti aspetti, ricominciare da capo mi spaventa: nuove "regole della casa", nuovo personale, nuovi materiali operatori, nuovi strumentari, e, soprattutto, nuovi colleghi.
Al di la di scacciare questa infantile paura per il possibile "esame", il vero augurio che mi faccio è che domani rappresenti l'inizio di un processo di riordino della mia vita che al momento risulta alquanto caotica.
In bocca al lupo.