27 luglio 2007

Vecchiaia e libero arbitrio

Gli ultimi due post non possono che mettere le basi per una mia ipotetica vecchiaia in solitudine. E la vecchiaia in solitudine è l'agonia più atroce a cui purtroppo assisto spesso nello svolgimento del mio lavoro.
Tuttavia ogni scelta implica una rinuncia. E la scelta di evitare a me le sofferenze di una vita di coppia e ad ipotetici figli le sofferenze che la vita impone, implica una vecchiaia in solitudine.
Mi rendo conto di come sia ipocrita parlare di vecchiaia a 33 anni... sapendo benissimo di non essere padrone nemmeno del tempo necessario per terminare il prossimo respiro oppure per finire le poche righe di questo post. Ma se nonostante ciò la vita mi imporrà anche la prova della vecchiaia, cercherò di affrontarla mirando all'obiettivo che da sempre caratterizza la mia esistenza, ovvero quello di ridurre al minimo il dolore che provoco agli altri e a me stesso. E per ottenere questo potrebbe essere necessario, al momento opportuno, darmi autonomamente e con serenità la morte prima che non sia troppo tardi perfino per poter esercitare questo ultimo libero arbitrio... senza rimpianti, senza paura ne dolore ma con la consapevolezza di aver amato i miei figli talmente tanto da non averli voluti concepire, e di aver onorato la mia sposa al punto tale di non aver mai avuto bisogno che dalla sua natura pura di "Idea" decadesse fino ad assumere le miserie della corporalità umana.