16 luglio 2007

Allenamento e disciplina

Con fatica sto imparando ad ascoltare il mio maestro. Credo sia lo stadio di evoluzione successivo a quello fondamentale della consapevolezza ovvero la scoperta del maestro. E' un percorso difficile che sto facendo nella più completa solitudine. Ma guardando a ritroso la mia vita mi è evidente come le mie scelte abbiano sempre privilegiato le strade in salita rinunciando a ciò che risultava apparentemente facile. E questo non certo per spirito di sfida ma semplicemente perché quelle erano le strade verso cui mi portava a volte il cuore e a volte la ragione.
Ora mi accorgo come la mia disciplina, forse la più dura che potessi seguire ma sicuramente la più consona all'umanità che mi affligge, stia portando a dei risultati. Non parlo di risultati "materiali" (tipo "lavoro", "amore" e "denaro" e altre demenzialità da oroscopo di ultima pagina del programmino della televisione), bensì di evoluzione di tutto ciò che non è corporeo, che non è intriso dell'umanità che spesso mi ha fatto gioire e soffrire ma sempre superficialmente. Potrei anche parlare di evoluzione spirituale se fossi certo che il termine "spirito" non sia travisato alla luce (peraltro molto fioca) di vacue idiozie religiose.
La voce del maestro è il silenzio, le sue lezioni sono la gioia e il dolore e il mio compito è il distacco tanto dalla prima quanto dal secondo.