26 luglio 2007

La famiglia

Il Vero o il Falso è sempre relativo al punto di osservazione dell'oggetto, nella fattispecie è relativo alle esperienze di vita di ognuno di noi. L'oggetto di cui parlo è la famiglia.
Per me la famiglia ha rappresentano una dei più grandi modelli di falsità che abbia mai conosciuto. E il periodo di osservazione non è quello di qualche giorno, bensì 33 anni, tutta la mia vita. Prima i miei genitori che non si sono mai parlati se non per litigare; non so descrivere la sofferenza che questo ha causato nella mia piccola realtà di bambino, di figlio unico e profondamente solo. Quando avevo 13 anni, una mattina mentre ero alla scuola media, i miei genitori erano in tribunale a separarsi. Qualche anno dopo hanno poi divorziato. Spesso mi chiedo come in quella infanzia spezzata abbia potuto non impazzire dal dolore.
Anni dopo ho deciso di poter tentare di crederci... ed ecco l'esperienza con C. Dieci anni. Dieci anni in cui ho creduto, mi sono forse illuso di avere una famiglia... poi l'abbandono vigliacco. Spero per C. che non abbia la minima idea della sofferenza che il suo gesto mi ha provocato.
Ora comunque non ci credo più... nelle mie esperienze e nella mappa del mondo che ne è derivata la famiglia è solo una cagata pazzesca. Una raccolta di falsità a volte nascoste da una maschera di perbenismo per configurare quel quadro di quiete domestica che in realtà fa ardere le tombe. Anche se mi dovessi nuovamente innamorare so che passerò il resto della mia vita dilaniato dalla solitudine ma almeno libero dalle sofferenze che entrambe le mie esperienze familiari mi hanno provocato. Vivo questa situazione come ineluttabile... non vedo nessuna possibilità di cambiamento. Cercherò di sopravvivere per il tempo che mi resta sostenuto dai successi lavorativi . Certo non è una bella vita... e soprattutto è una vita che mi ha insegnato a non temere la morte.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Caro Cicogna nera,
sono rimasta profondamente colpita dal modo in cui ha parlato della sua infazia e di come il rapporto che è intercorso tra lei e i suoi genitori sia stato in grado di condizionare in modo così determinante le sue scelte di vita in fatto di creare una famiglia,che risultasse SUA a tutti gli effetti. Non potrei nè vorrei mai permettermi di giudicare le sue scelte di vita che di sicuro avranno delle forti motivazioni,unico consiglio che se vuole può accogliere più come un suggerimento che una critica è il fatto di pensare che al mondo,sia nel male che nel bene non si è mai soli ma vi è sempre qualcuno,magari ancora sconosciuto che ci aspetta ma che prima o poi verrà da noi a rendere meno grigia e triste la nostra esistenza che da sola di certo non varrebbe un gran che. é vero,la famiglia molto spesso risulta una semplice copertura per interessi economici o dove l'amore lascia il posto all'abitudine e nei peggiori dei casi alla separazione e dove a rimetterci sono sempre e solo i figli..ma non per questo bisogna generalizzare o farsi condizionare in maniera così profonda dalle proprie esperienza passate come dal fatto di aver vissuto con genitori separati dall'età di undici anni,non è detto che la stessa cosa capiterà anche ai figli di genitori divorziati..io come lei non credo nel vincolo del matrimonio,non mi sposerei mai nè desidererei avere dei figli naturali,ma questo non significa che la mia vita non possa essere attorniata da una o più persone con cui dar vita ad una Famiglia vera e propria,si ricordi che non si è mai soli,nessuno al mondo lo è..

07 febbraio, 2008 21:46  
Blogger Il lato in ombra della collina said...

Beh... accolgo con piacere i tuoi suggerimenti. Però la cosa può anche essere vista con gli occhi del vecchio saggio che diceva "errare humano est, perseverare autem diabolicum". Probabilmente con la famiglia ho sbagliato tutto, ma non sapendo qual'è la direzione preferisco non continuare a sbagliare.

08 febbraio, 2008 19:08  

Posta un commento

<< Home