17 giugno 2007

Il pittore è tornato a dipingere!

Per anni mi sono sentito un pittore a cui è stato impedito dipingere. Penso che il paragone regga ed esemplifichi molto bene quella che è stata la mia vita lavorativa nell'"ospedale" fogna presso il quale ho buttato più di tre anni della mia vita... vita professionale e non solo.
Ma le cose sono radicalmente cambiate. Nella forma e nella sostanza. Finalmente lavoro in una struttura degna di essere chiamata ospedale senza dover utilizzare le virgolette. Innanzitutto è una struttura lombarda... e in ambito ospedaliero significa già quasi tutto. Il nostro paese dal punto di vista sanitario si divide in Lombardia e resto d'Italia. Questo è un dato di fatto, sperimentato nel mio piccolo e confermato dalla ventennale esperienza di un collega originario del sud che conosce molto approfonditamente la realtà sanitaria di molte regioni italiane, da settentrione a meridione, da levante a ponente. E non si tratta di discriminazione verso il meridione, infatti il settentrionalissimo Piemonte dal punto di vista ospedaliero fa veramente schifo (peggio della Campania stando alla valutazione del collega napoletano a cui ho accennato prima e che ha vissuto in entrambe le realtà).
Comunque al di la delle questioni geografiche che possono lasciare il tempo che trovano (anche se in ambito sanitario NON è così in quanto la distribuzione delle risorse per tali servizi è pianificata a livello regionale), il mio nuovo ospedale rappresenta oggettivamente un concentrato di efficacia, efficienza, professionalità e serietà.
Se da un lato non ho mai perso la fiducia in me stesso e nelle mie capacità professionali, altrettanto non si può dire dell'autostima e del senso di utilità del mio lavoro.
In un mese e mezzo di lavoro nel nuovo ospedale ho eseguito 37 interventi di chirurgia ortopedica maggiore da primo operatore; di questi 4 sono stati effettuati un regime d'urgenza e due di questi erano per quadri traumatologici il cui trattamento era assolutamente indifferibile.
Mi sono guadagnato immediatamente il rispetto e la stima del primario e di TUTTI i miei colleghi. Ho inanellato una serie di successi chirurgici alcuni dei quali su casi che avrebbero lecitamente messo in seria difficoltà anche ortopedici con il doppio della mia età. E tutto questo senza fare nulla di più che il mio dovere, quello per cui sono pagato... semplicemente lavorando!!!
Già, lavorando... proprio quello che nell'"ospedale" fogna non mi è mai stato permesso di fare. Nell'"ospedale" fogna il livello era basso e doveva restare basso. Appena i miei ex colleghi percepivano il rischio che io potessi in qualche modo cambiare la situazione facevano di tutto per fermarmi. Ero un pittore senza pennello.
Ora il pennello è saldamente nella mia mano. E le opere prodotte soddisfano pienamente anche quel severissimo senso ipercritico che in me non dorme mai e che in tutta la vita ha sempre castigato pesantemente qualunque mio errore.