06 aprile 2007

Il silenzio

Il silenzio è sempre più importante nella mia vita...
La gente, fa quello che vuole delle tue parole, mentre è sconvolta dai tuoi silenzi.
Ma come rimanere in silenzio di fronte ad immagini come questa?

E' un bambino in evidenti condizioni terminali da sindrome di Kwashiorkor... ovvero, per essere più semplici e diretti, è un bambino che sta morendo di fame.

In questi casi restare in silenzio non serve ad altro che ad udire più forti le grida di un mondo derubato di pane e di diritti e della libertà, mentre il nostro mondo borghese e ben pensante tenta, nella sua mediocrità, soffocare quelle grida.

Non potrà durare ancora per tanto.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Condivido i tuoi pensieri sulla tendenza all'autodistruzione dell'umanità, ma mi rimane comunque difficile non continuare a credere che si debba in qualche modo andare avanti seguendo i nostri istinti, dissociandoci, per quanto possibile, da quelle pratiche, assunte come date, che contribuiscono a far fallire i progetti di un'umanità che è si autodistruttiva ma non sempre consapevolmente. E poi, se non facciamo figli (ed io figli non ho) cosa ci resta? Perchè dovremmo vivere? Come trascorrere una vita, fine a se stessa, senza l'egoistica gioia di accertarsi che effettivamente siamo in grado, proprio come un dio, di creare una vita dal nulla? Io figli ne vorrei, ma ogni volta che ci penso, rinuncio per egoismo, a volte per paura, a volte perchè non vorrei creare l'ennesima anima triste. Ma, sarà che sono una donna, e ogni tanto quell'istinto materno di cui si parla si fa sentire, sarà che una donna senza una vita soddisfacente pensa di trovare soddisfazione in un figlio, non lo so. Veramente.
Inoltre, ( oggi ho pensato, vista la giornata, di esternare riflessioni e non giudizi, sui tuoi pensieri) sempre sul discorso perchè vivere: come fa un uomo senza il suo perfetto complemento, che in genere è una donna, ma, in base a gusti ed abitudini può essere anche un uomo? Dunque, secondo te: uomini e donne senza i rispettivi complementi, eventuali coppie senza figli. E torno a chiedermi cosa ci resta? Ho creduto anche io di poter condurre una vita sola, piena di me e delle mie attività, ma poi la natura umana chiede altro! Nello specifico: amore, completezza, parole amiche, tendenza alla condivisione.E' difficile, veramente difficile uscirne. Allo stesso tempo una vita semplice e comune non ci soddisfa, ci allinea alla mediocrità generale e ci deprime. Ma come fare?
L'anonimo di altre occasioni.

08 aprile, 2007 15:28  
Blogger Il lato in ombra della collina said...

Vedi, cara Anonima, io racconto solo esperienze, ricerca di me stesso e in me stesso, ben cosciente di essere di gran lunga lontano da qualunque assoluto... figuriamoci quando quest'ultimo aggettivo si pretende di pospsporlo al sostantivo "verità".
Oltretutto come ebbe modo di evidenziare la stupenda mente di Kurt Gödel (mi si perdoni la digessione di logica matematica), non è possibile in alcun modo descrivere nella sua interezza un sistema osservandolo unicamente dal suo interno. Quindi è quantomeno ipocrita pretendere di sapere tutto della vita semplicemente vivendola... in particolare attribuire l'etichetta di vero o di falso a ciò che appartiene al nostro sistema.
Tutta questa premessa è solo per sottolineare il modo con cui io mi approccio alle riflessioni e la chiave di lettura tramite la quale interpreto quelli che a volte parrebbero essere dei punti d'arrivo.
Mi fa molto meno paura l'approccio autodistruttivo cosciente dell'umanità che si estrinseca nelle guerre, negli armamenti, che non quello (forse solo apparentemente) non consapevole che per esempio si estrinseca in una natalità assolutamente incontrollata.
Pur non avendo figli io non credo di vivere una vita fine a se stessa... Ogni ora, minuto, secondo, cerco di far si che ogni istante che mi è concesso sia vissuto da Uomo ovvero con coerenza, rispetto... e soprattutto, Dignità.
Una vita che si chiude con la coscienza di aver vissuto con Dignità è tutt'altro che vissuta "fine a se stessa". Ecco cosa ci resta anche senza fare figli; ecco come trascorrere una vita senza l'egoistica gioia di dimostraci che effettivamente siamo in grado di RIPRODURRE una vita (e non di GENERARLA dal nulla ... non sappiamo generare dal nulla nemmeno la vita di un filo d'erba!).
Se vuoi dei figli... adottali. L'amore materno trascende i legami di sangue, di razza (e anche di specie come molte esempi nel regno animale hanno evidenziato), è avresti quasi la certezza di non allevare quella che tu chiami "l'ennesima anima triste".
Vedi, io "la mia perfetta complementa" l'ho avuta per 10 anni... del come sia andata a finire il blog è pieno di racconti e descrizioni.
Ma a distanza di tempo mi è evidente come quel rapporto era veleno per la mia vita, e per il momento in me predomina la paura di una nuova intossicazione che non il richiamo della natura ai suoi canoni. Certo, mi manca l'amore, ma la comprensione, le parole amiche e la condivisione le trovo in quasi tutte le persone che mi capita di incontrare in questo mio cammino. E non mi mancano gli ottanta milligrammi di fluoxetina e i 2,5 milligrammi di lorazepam che erano ormai indispensabili, da anni, per darmi il coraggio alla mattina di scendere dal letto.

08 aprile, 2007 19:37  
Anonymous Anonimo said...

Mi dispiace leggere che forse non ho ben spiegato cosa volessi dire, mi dispiace leggere ancora un pò di "veleno" tra le righe.
Il mio era un pensiero e non un giudizio in merito al tuo modo di vivere. E' chiaro che una vita vissuta con Dignità non è una vita fine a se stessa ed è altrettanto chiaro che è possibile avere tutto ciò di cui si ha bisogno vivendo quotidianmente tra la gente anche sconosciuta. Poi bisogna capire cosa si intende per Dignità... Va bene il rispetto, ma la coerenza, come riesci a vivere sempre coerentemente? Coerentemente con te stesso? Con i tuoi pensieri? Con i tuoi principi? Sono del parere che pensieri e principi possano cambiare in base alle circostanze e alle esperienze.
Perchè dai peso alle specfiche accezioni delle parole? Generare o riprodurre sono parole diverse, il senso a cui facevo riferimento è lo stesso: umanamente non stiamo a guardare se ci riproduciamo, diamo la vita, o generiamo vita, istintivamente siamo felici e soddisfatti se riusciamo a stringere tra le braccia un essere che non correttamente reputiamo nostro e parte di noi...
Poi, adottare un figlio sarebbe sicuramente altrettanto edificante ma credo, visto quanto ti informi, tu sappia meglio di me quanto sia complesso portare a termine un progetto del genere, per una serie di motivi. E non sono neppure tanto certa che un figlio adottato potrebbe non essere un'anima triste.
In merito alla tua storia di dieci anni ho letto molto, e capisco si possa aver paura. Ma non capisco come una persona apparentemente così sicura dei propri pensieri si sia lasciato andare a fluoxetina e lorazepam farmaci che ho la fortuna di non conoscere.
Spero di essermi spiegata meglio.
Buona serata.

08 aprile, 2007 20:35  
Blogger Il lato in ombra della collina said...

Vedi... so di non conoscere la magia di questa transitoria serenità, come altrettanto so che le mie sono solo passeggere opinioni. Il cielo d'Irlanda non è nulla quanto mutevolezza rispetto ai miei pensieri e alle mie opinioni... capisci che in un simile guazzabuglio di idee non può trovarsi la verità. Però un po' di serenità sì. E io amo illudermi che sia per sempre!
Grazie Anonima di leggermi e di commentarmi.... e di farmi riflettere. Mi piace parlare con te.

11 aprile, 2007 01:08  

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