20 gennaio 2007

Il 太極圖 Un simbolo nel quale si riassume tutto


Sono infiniti i significati di questo simbolo... tuttavia in esso NON è rappresentata la dualità dell'esistenza bensì la contemporanea duplice natura dell'esistenza stessa. Questa precisazione può sembrare di rilevanza marginale, tuttavia è proprio in essa che ha origine il baratro che separa la logica occidentale aristotelica dalla logica orientale "sfumata" (quella che gli occidentali hanno finto di inventare negli anni sessanta, dandogli il nome di "fuzzy logic"... si ha la controprova di questa appropriazione indebita nell'evidenza che le maggiori applicazioni della fuzzy logic si sono avute in Cina e in Giappone).

Per noi occidentali è difficilissimo riuscire a ragionare in logica sfumata, in quanto dobbiamo completamente ristrutturare la nostra logica a partire dal concetto di esclusività vero-falso. In fuzzy logic dobbiamo assumere che qualunque affermazione contenga contemporaneamente una parte di verità è una parte di falsità, il che NON significa che sia probabilisticamente e aristotelicamente falsa o vera. Vi sono problemi di fisica, per esempio quello della descrizione delle condizioni di equilibrio di un pendolo inverso (che so, un ombrello mantenuto in equilibrio sulla sia punta attraverso il dito di una mano), che affrontati in maniera aristotelica si presentano quasi al limite del risolvibile, mentre divengono assolutamente elementari se affrontati con la fuzzy logic.

Mi piacerebbe andare avanti a lungo su questo digressione, tuttavia non è lo scopo per cui ho aperto questo post.

Lo scopo del post era quello di inserire nel blog lo splendido simbolo 太極圖 "T'ai Chi T'u" che rappresenta la coesistenza dello 陰 "yin" ("il lato in ombra della collina") e dello 陽 "yang" ("il lato soleggiato della collina")... e di rifletterci sopra.

Lasciando pure perdere sia lo yin che lo yang in quanto concetti religiosi del taoismo e del confucianesimo, il simbolo si adatta praticamente ad ogni aspetto dell'esistenza. Evidenzia per esempio come già la nostra esistenza sia contemporaneamente costituita dalla vita e dalla morte. Come avere paura della morte se questa è inscindibilmente unita alla vita per costituire la nostra esistenza?