21 luglio 2008

Dicono che parlare e scrivere aiuti...

Se quanto nel titolo è vero allora io provo ad aiutarmi.
Il punto della situazione: contando oggi mi sono rimasti cinque giorni di ferie. Si quelle ferie all'inizio tanto temute e quasi odiate, adesso stanno proprio finendo. E come al solito, come tutti gli sciocchi che non sanno vivere l'attimo, adesso ho da ridire per quasto. Tre settimane fa non volevo andare in ferie, adesso non voglio tornare a lavorare. Così sono riuscito ad avvelenarmi sia il lavoro che le ferie... non male eh?
E va beh, ma alla fine penso di aver ormai accettato questo stato di cose... ovvero il mio ruolo di "ingranaggio" di una macchina molto complessa, che gira comunque, che io ci sia e sia o che io manchi. So che per tanti anni, a meno imprevisti (mi è ben evidente di non essere padrone del tempo necessario nemmeno per concludere il respiro che sto facendo) il mio ruolo sarà quello. Ruolo abbastanza frustrante, anche perché in fondo mi manca uno scopo... lo scopo non può solo essere quello di tirare la carretta finché non cadrò a pezzi. Lo scopo non può essere quello di macinare ore, giorni, mesi, anni a fare le stesse cose. Ma d'altro canto non ho fantasia, e la verità è che non so fare null'altro se non il mio lavoro. E il mio lavoro tradisce... è come un buon vino, quando lo bevo mi provoca benessere e non mi accorgo che in realtà mi avvelena. Soprattutto l'eccesso è quello che avvelena, e io non credo di essere mai stato capace di vivere al di fuori dall'eccesso. Di qualunque tipo, nel bere, nel mangiare, nel digiunare, nel nuotare, nel dormire e nello stare sveglio, nello spendere (ma mai nel risparmiare, chissà perché...), nell'amare, nell'odiare, nel prendere farmaci, nel non prendere farmaci, nel nuotare, nel fare sforzi, nel riposare... il tutto a seconda del momento. Chissà cos'è che fa si che un momento sia diverso da un altro?
Il risultato di tutto questo è che sono in rosso sul contocorrente di quasi duemila euri nonostante in queste ferie non sia andato via nemmeno un giorno dalla mia casa, che ho una gran voglia di bermi una bottiglia di vino alle 10 della mattina e che non ho voglia di riprendere a lavorare sabato prossimo. E le cose tutto sommato vanno bene perché il Prozac è entrato a regime... gli ho aggiunto 5 mg di Valium alla mattina perché residuava una fastidiosa componente ansiosa. Evidentemente questa volta l'episodio depressivo acuto è più grave dei precedenti. Forse è il peggiore che abbia mai avuto. Ma sono certo che una volta ripreso il lavoro avrò molto meno tempo per pensare a queste scemenze e tutto migliorerà... come dopo una bottiglia di buon vino.