26 dicembre 2006

Questo post è dedicato interamente a te, C., e allo schifo che mi fai

Si... mi fai proprio schifo.
Non mi sono mai espresso in questi termini quì nel blog... ma il blog è anche valvola di sfogo e adesso ho voglia di sfogarmi.
Non mi soffermerò sulle menzogne e sui tradimenti... cose troppo banali, tu hai saputo andare ben oltre.
Mi auguro tu non sappia il male che mi hai fatto... in caso contrario sei ancora più ripugnante di quanto io possa arrivare ad immaginare.
Ti ho dato tutto me stesso e quello che avevo... per te ho rinunciato a tutti gli hobby, primo fra tutti la barca a vela.
Ti ho assecondato nei capricci più assurdi, quando battevi i piedi nelle corsie dei supermercati (te ne ricordi?), qundo facevi gli occhi spiritati, ringhiavi, tremavi e cadevi catatonica.
Ti ho tirato dentro dalla finestra quando ti volevi buttare dal quarto piano... ti ho portato al Pronto Soccorso psichiatrico alle 11.00 di sera e poi, di ritorno, ho dormito con te in cantina... già, tu in casa non ci volevi tornare perché c'era mia madre che tu odiavi. Si proprio mia madre che ti ha accolto in casa sua quando tu altrimenti saresti rimasta a dormire per strada. Non dimenticherò mai il momento in cui, attendendo la guardia medica, ti trattenevo sul divano per evitarti di raggiungere la finestra e tu, non riuscendo a divincolarti dalla mia presa, prendevi mia madre per un braccio e mi urlavi che se non ti lasciavo "me l'avresti ammazzata".
Non dimenticherò mai quando mia madre è stata costretta a trovarsi un altro appartamento per permettermi di continuare a vivere con te visto che tu la detestavi. E non ti ha mai fatto niente se non mantenerti e darti un alloggio quando non l'avevi. Non dimenticherò mai quanto hai maltrattato i miei gatti.
Mi vergogno di me stesso per quanto ti sono stato succube... fino a mettermi in casa due cani che poi nessuno guardava e che riempivano l'appartamento di merda e di piscia. Ho imparato ha convivere nella tua sporcizia, nel tuo disordine e nella merda e nella piscia dei tuoi cani.
Ti ho straviziato, per te ho rinunciato anche alle ferie estive (i cani poverini non potevano stare in pensione per più di una settimana).
Ti ho regalato la mia macchina, alla fine mi sono anche indebitato per comprarti la moto in quanto senza di quella non potevi vivere (e si che non ne hai ancora nemmeno la patente). Una settimana dopo hai deciso che quell'imbecille del tuo direttore era meglio di me... e te ne sei andata fuori dai coglioni. Solo di quest'ultima cosa ti sarò eternamente grato.